TEMPI NUOVI Anniversario di un “silenzio”

Un’assenza dolorosa per quanti avevano prodotto idee, informazione, riflessioni, dibattiti e confronti su valori da vivere e comunicare. Quasi indifferente l’arcipelago dell’utenza, dai sacerdoti al variegato mondo ecclesiale, dalle istituzioni ai settori sociali, dai giovani agli anziani, dalle famiglie alle comunità, dai cattolici ai laici. L’indifferenza non è una categoria applicata solo a questo nostro ‘silenzio’ ma purtroppo endemica forma di ‘attenzione’ al prodotto giornale in genere. Se ne pubblicano troppi per la quota di lettori che esprime la provincia di Benevento. Un’editoria fiorente, foraggiata spesso dalle istituzioni, fogli per lo più contenitori di fonti uniche giornaliere. Una situazione che pone pesantemente la questione-informazione nel Sannio.Ma a preoccupare di più è il deficit di comunicazione a fronte di una eruzione di parole. In questo contesto “Tempi nuovi” è stata una iniziativa unica, capace, cioè, di far convivere il modello-giornale con l’esperienza attiva sul campo minato della società locale, con la necessità di crescita culturale dei giovani (non solo cacciatori di iscrizione all’albo dei giornalisti) e di maggiore attenzione ai problemi veri e urgenti da parte degli adulti. Una esperienza che nasceva nel cuore della Chiesa per radicarla meglio nel territorio. Chiesa vissuta e meno trionfante, vangelo tessuto e spalmato e non semplicemente proclamato, testimonianza coerente su diritti, giustizia sociale, valori non negoziabili, e non esposizione dei “gioielli di famiglia”. Insomma un giornale che ha tagliato a fette le stesse contraddizioni della Chiesa (coscienza critica anche dell’editore: fatto rarissimo, anzi impensabile, nel giornalismo di oggi), una esperienza borderline e innovativa: non è stata mai una semplice iniziativa giornalistica, ma il perno intorno a cui si producevano eventi, incursioni sociali ed ecclesiali, missioni culturali, provocazioni pubbliche. Un modello anche sul piano della costruzione grafica, con le sue copertine, la titolistica graffiante, l’articolazione semantica. Una serie di innovazioni che hanno rappresentato una spinta emulativa e imitativa per alcune altre iniziative locali e nazionali. Una delle poche realtà editoriali che, partendo dalle esperienze dal basso, riusciva ad aprire finestre sulle grandi questioni rappresentando una sollecitazione continua e avviando occasioni concrete di dibattito. Un giornale “civile” prima che di cultura e sensibilità religiosa.In questi giorni di anniversario del “silenzio” arrivano anche note luttuose e, in parte, ingenerose nei confronti dei vertici ecclesiastici ritenuti la causa della scomparsa del giornale. È necessario chiarire che, con l’arrivo del nuovo arcivescovo (azionista di riferimento), si sarebbe potuto regolarmente proseguire nell’azione, pur avendo compreso che le annunciate strategie pastorali passassero per altri fronti forse altrettanto urgenti e pressanti.   Dunque, il giornale tace non per i veti da parte di vescovo e sacerdoti, la maggior parte dei quali non lo ha certo contestato e combattuto per i contenuti che esprimeva quanto perché poneva loro l’urgenza di un impegno che, per una deprecabile visione burocratico-amministrativa della missione pastorale, avrebbe sconvolto certi schemi da “posto fisso”. La sospensione deriva soprattutto da una esigenza di fare chiarezza sul tema della comunicazione, delle relazioni tra Chiesa e territorio (per tanti anni la Chiesa ha avuto voce e autorevolezza solo quando si è mostrata capace di alzare le antenne su quanto accadeva), della sempre più larga forbice tra forza e debolezza, tra potere ed emarginazione. E soprattutto una verifica sugli strumenti più utili per condurre azioni di testimonianza nel sistema dell’immagine, in cui però proporre solo spot pubblicitari e far mancare la presenza alternativa di elementi di indignazione, di richiamo alla giustizia, di disegni di speranza, sarebbe peccato gravissimo. Intanto, “Tempi nuovi” da tre anni, ha il suo sito web in cui quotidianamente informa su tutto quanto accade in provincia di Benevento e apre finestre di contatti, crea servizi, e settimanalmente propone pagine di analisi e commenti, critiche e denunce delle contraddizioni in atto, sia sociali che politiche ed ecclesiali. In tre anni, oltre un milione i contatti, cioè persone che sono entrate nel sito e hanno letto notiziari, esperienze, proposte e suggerimenti. Il sito web (www.tempinuovi.net) è l’anima del giornale che prosegue e rappresenta, in attesa di ulteriori passaggi decisionali, una voce importante nel sistema dell’informazione-comunicazione.

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