Ricettazione di reperti archeologici, obbligo di dimora per il sovrintendente di Caserta e Benevento

Il sovrintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggi di Caserta e Benevento, Mario Pagano, 64 anni, è stato arrestato in flagranza dai carabinieri del Nucleo tutela e patrimonio. Il provvedimento, in sede di convalida, è stato tramutato dal giudice in obbligo di dimora nel Comune di residenza per i reati di occultamento di reperti archeologici e ricettazione.

Stesso provvedimento è toccato un numismatico coinvolto nella vicenda nella qualità di acquisto degli oggetti.

I due una ricostruzione investigativa, secondo si scambiando nel Casertano vasi risalenti al IV secolo a. C. e settantotto monete in bronzo di vari periodi, alcune ottocentesche, altre di età tardo – imperiale e medievale che gli inquirenti ritengono provenienti da scavi clandestini.

Sempre indagati, i due indagati si scambiano anche due libri antichi che risultano essere stati rubati a Roma nel Monastero Casa Generalizia.

Non erano dunque tombaroli come il reato loro contestato potrebbe indicare, i due uomini oggetto dell’indagine condotta dagli uomini dell’Arma.

L’arresto in flagranza – poi divenuto obbligo di dimora per i due – è scattato nella giornata di venerdì 23 settembre. Subito dopo essere stati fermati dai carabinieri, Pagano e il numismatico sono stati perquisiti dai militari. Gli investigatori sono infatti recati nelle case di entrambi e lì hanno scoperto e sequestrato un altro antico considerato dagli investigatori oggetto di furto e vari reperti archeologici. Tutto il materiale è stato sequestrato e sarà sottoposto agli accertamenti e alle analisi del caso.

Come detto, per i due indagati il ​​giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha convalidato l’arresto e disposto la misura dell’obbligo di dimora. La misura cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura guidata dal magistrato Carmine Renzulli.

Naturalmente le indagini giudiziarie sul caso non possono dirsi concluse qui e sono suscettibili di ulteriori sviluppi. Dal canto loro, i due indagati potranno difendersi davanti agli inquirenti fornendo la loro versione dei fatti.

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