Ad un anno dalla scomparsa di Max Catalano

Le sue catalanate rimarranno nel nostro lessico: lui era il re delle banalità. Così Renzo Arbore nel commentare la morte di Max Catalano.
…la vita è una tessitura di amicizie e quando vengono a mancare i testimoni della nostra vita, con cui ci confrontiamo da sempre è semplicemente orrendo! Quest’anno c’è stata un’ecatombe… Dichiara, sconvolta, l’attrice Marisa Laurito lanciata da Arbore Inquelli della notte.
Ma Catalano, nel fortunatissimo programma cult suonava anche la tromba, con le sue libertà nell’improvvisare, ispirandosi al dixieland e allo swing di Louis Armstrong, detto satchmo. Le suggestioni, create e dilatate dalla notizia, rievocano sonnacchiosi ricordi, irripetibili, intensi, momenti di soddisfazioni.
La vicenda, tutta musicale, inizia in quella lontana estate del ’65 e, nel tardo pomeriggio, una volta collocati gli strumenti sul Transit del maestro Giovanni Caruso partimmo entusiasticamente alla volta di Campobasso. La bruciante serata di agosto e la tortuosità della strada statale dimezzò però l’iniziale freschezza che riprese solo grazie all’accogliente sorriso dell’impresario Salvatore Salottolo, il quale ci presentò al commentatore Del Giudice rappresentante dei Flippers, di Michele Accidenti, cantante e delle Sisters kim…
La prima parte della serata è affidata a lei mentre la chiusura ai Flippers… Intesi? Così Del Giudice in quella saletta dietro al palcoscenico. Ma Pino Salzano, leader de The Marines: non va bene per niente! La mia formazione, come stabilisce il contratto, apre lo spettacolo con Margherita Tammaro, Sonia, Tania, Giovanni Olivieri e Guido Follo, comico- fantasista. I grandi nomi invece accompagnati dai Flppers.
La “lite” era nell’aria ormai, ma l’ironia, le originali battute e soprattutto il fair-play di Max Catalano ebbero buon gioco. Dai, Enrico! Noi non siamo buoni lettori di musica come voi Marines. In tal modo davanti a gelatoni e a granite di caffé ci accordammo non senza, però, gli applausi finali di Franco Bracardi, pianista e del batterista Fabrizio Zampa, oggi affermato giornalista.
La bella musica, quella sera non finì su quella grande piazza ma quasi all’alba, sotto il pergolato di quella trattoria dove Bracardi, un quasi macchiettista ci deliziò con le sue trovate sarcastico-iterinate abbellite nei finali della tromba di Max Catalano, re delle banalità.
È meglio essere ricchi e sani che poveri e malati.

Enrico Salzano

*Omaggio a Max Catalano indimenticabile amico

ARTICOLI CORRELATI