Al bluesman Gioacchino Corona, Premio alla carriera

Alla motivazione della speciale giuria, formata da giornalisti del settore, musicisti, autori ed esperti, è seguito il commento del presidente Enrico Salzano, giornalista e critico musicale: “Credo di trovarmi davanti ad un musicista completo, capace di spaziare (cantare, suonare e scrivere) dal rock al blues, dal pop al soul, dal country al latino-americano, dalla musica leggera al folk, al jazz, nonché vocal-man, con grande passione per i tempi moderati (swing), “scat”, stile tipicamente jazzistico, fatto di sillabe sconnesse, in cui eccelse Louis Armstrong e in Italia Gorny Kramer”.”Sono certo che se non ci fosse stato il blues non ci sarebbe stato il rock e i tanti figli migliori sarebbero rimasti fuori dalla musica”. Questa fu la prima battuta che, solo qualche anno fa, “lanciai” a Jack Corona.”Infatti non c’è musicista che non ammette di dare pregio al blues”, risposta tempestiva ed appropriata in linea con il suo modo di fare. Numerose le collaborazioni con diverse band e artisti affermati quali: Lucio Dalla, Gianni Pettenati, Mario Tessuto, Luciano Rossi e i maestri Leonardo Quadrini, Pietro Condorelli, Katia Ricciarelli. Amante della “parlata” nostrana, ha composto le originali “O’ blues de’ streghe”, “Stacca u’ Jack” e “Beneviento”, con la quale invita tutti i suoi concittadini a riappropriarsi della Rocca dei Rettori, del Teatro Romano e delle acque del Sabato e del Calore. Lo spirito con il quale si è proposto in questo meditato lavoro, è un invito a guardare con rinnovato amore e stima le Mura Longobarde. E perché non al cinghiale tanto caro a Diomede, mitico fondatore di Maloes o Maloenton, ornato di stola e di lauro? L’affascinante composizione appare con il testo in bilico tra sogno e realtà; metafore, simbologia, fantasia, sono articolate in modo surreale: “Beneviento è scesa ‘a notte/ nun te siente cchiù/ ‘na chitarra t’accumpagna/ …tu sì strega semp’e cchiù!” La struttura del brano, rispetto ai precedenti, “tocca”, particolarmente nell’assolo della chitarra di Corona, l’intimo dell’ascoltatore con un linguaggio incisivo ma di facile lettura.A me me piace ‘o blues e tutt’e/ journe aggio cantà/ pecchè so stato zitto/ e mo è ‘o mumento ‘e me sfucà’…Enrico Salzano – [email protected]* Omaggio alla prestigiosa carriera di Jack Corona

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