Boffa: “Il decreto va emendato in modo condiviso”

Una delle principali criticità riscontrabili nel provvedimento è infatti quella relativa alle competenze attribuite ai singoli enti territoriali regionali; ad esempio in materia di impianti e di termovalorizzatori si compiono scelte inspiegabilmente diverse, a Salerno la realizzazione del termovalorizzatore viene affidata alla competenza della Provincia mentre a Napoli si affida all’Asia, l’azienda speciale del Comune, creando una confusione e una distribuzione di competenza non giustificata. Il decreto 195 ha dunque bisogno di essere emendato e modificato in alcune sue parti, a cominciare dall’art 11 che, a mio avviso, andrebbe addirittura riscritto tenendo presente l’esigenza di avere una normativa unica per tutti che omogeneizzi le attribuzioni istituzionali ripartendo in modo chiaro le competenze e i poteri effettivi.
A mio avviso, la soluzione è quella di attribuire competenze specifiche e ben definite ad ogni ente: alla Regione la potestà in tema di programmazione e del piano regionale dei rifiuti, alle Province la gestione del ciclo dei rifiuti e dunque degli impianti e delle discariche ed ai Comuni la gestione dei servizi, con duttilità e flessibilità premiando i Comuni virtuosi che hanno prodotto una buona organizzazione dei servizi e della raccolta differenziata (quindi non smantellando la loro organizzazione dei servizi) e invece prevedendo per i Comuni inadempienti forme sostitutive in capo alle Province. Il decreto inoltre rischia di riprodurre su scala provinciale gli stessi problemi avuti nella lunga vicenda commissariale. Al posto di un commissario se ne individuano 5 nei presidenti delle Province, con società provinciali che rischiano di diventare ulteriori carrozzoni in mancanza di seri piani industriali e seri programmi di organizzazione del ciclo dei rifiuti.
Va inoltre chiaramente definita la questione delle risorse finanziarie, infatti alle competenze assegnate alle Province non corrispondono adeguate scelte finanziarie ed anzi si aggrava il conflitto tra gli enti locali spostando la Tarsu dai Comuni alle Province. Questa scelta comporterà sicuramente una grave crisi finanziaria per i Comuni molti dei quali rischieranno di sfondare il patto di stabilità, e al tempo stesso non consentirà alle Province di esercitare un’azione efficace vista l’inadeguatezza delle risorse. Infine si deve assolutamente evitare di scaricare sul sistema delle autonomie e quindi sui cittadini il peso dei crediti vantati dal commissariato. E’ evidente che le soluzioni individuate dal decreto daranno vita ad un contenzioso infinito con i Comuni, quindi su questa materia bisogna operare una moratoria per creare condizioni condivise. e questa volta è davvero il caso di fare ricorso a risorse nazionali o a quelle destinate alle Regioni attraverso i fondi Fas per evitare un collasso finanziario delle autonomie locali.
 Per tornare ai poteri ordinari – ha concluso l’on. Boffa – serve dunque una fase transitoria più lunga e condivisa di quella prevista nel decreto al fine di mettere ordine nell’organizzazione dei nuovi assetti istituzionali e per evitare confusione e ulteriori crisi in un settore che ha già rappresentato una tragedia per la Campania. Ci rivedremo dunque nei prossimi giorni per concordare le azioni comuni da mettere in campo per modificare il decreto”.  

 

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