COMUNICATO STAMPA ON . MARIO PEPE

La parte relativa al personale porterà alla riduzione di 87 mila cattedre ed alla riduzione di 44 mila posti di personale ATA nei tre anni che verranno.È un triste provvedimento, lo diciamo con franchezza, concordato con il Ministro dell’economia per i rilievi e gli aspetti di carattere economico e finanziario, che produrrà una forte e drammatica frattura nella scuola italiana; mai un Ministro della Repubblica era riuscito in pochi mesi, quelli del Governo del centrodestra, a produrre danni così gravi al sistema formativo italiano.Poniamoci una domanda:la scuola concepita dall’attuale Ministro dell’istruzione e dal Governo della destra ha un disegno, un’idea della scuola italiana? Un’idea della scuola non deve corrispondere ad un’idea della società italiana, alle scelte, alle prospettive culturali che essa deve realizzare? È una domanda non di ordine tecnico, ma programmatico e politico, di intenzionalità istituzionale.Il decreto-legge n. 137 del 2008, di cui stiamo parlando e che dovrà essere convertito in dignità di legge, ha iniziato il suo impianto normativo con l’articolo 1, relativo all’educazione alla cittadinanza, dimenticando fin d’ora che tutte le esperienze formative acquisite nella scuola hanno realizzato da lungo tempo l’educazione alla cittadinanza, che è fondamentale per un rapporto corretto tra scuola e società italiana. Il docente è al centro del dibattito della moderna pedagogia, con la sua libertà e la sua autorità; nel rapporto interattivo tra docenti e studenti è possibile costruire quei valori civili utili alla democrazia e determinare una valutazione obiettiva degli studi. Non può essere respinto un libero sperimentalismo pedagogico, che aiuta ad arricchire e a modificare le dottrine pedagogiche, date per certe e consolidate.Il docente, in un pluralismo metodologico, insieme ad altri docenti nella scuola primaria e secondaria, con pazienza e metodologia socratica costruisce, con i ragazzi, la semantica delle cose, educando al logos, alla solidarietà interumana, ad una relazionalità formativa positiva, primo intreccio dell’essere sociale.Oggi la scuola, così come è concepita dall’attuale Ministro, rischia di diventare un’officina per demolire le strutture essenziali dell’educazione. La scuola del maestro unico – che ha avuto grandi meriti sul piano della storicità e della dottrina pedagogica – si è esaurita attraverso le varie valutazioni che sono subentrate, ritenendo che il monismo didattico-metodologico, proprio rispetto alla globalità dei vissuti dei ragazzi, non è adeguato a rispondere alle domande dei nuovi saperi cognitivi ai quali si deve ispirare l’educazione dei ragazzi. Il provvedimento di cui stiamo discutendo non è concepito per la scuola ma è stato costruito, prosaicamente, per colpire le prospettive future della scuola, dei docenti, degli operatori scolastici e di quanti credono che solo la scuola può aiutare il rinnovamento della società ed il rafforzamento della nostra democrazia.Per questo, non può essere sostenuto, approvato e storicizzato nella storia politica e istituzionale del nostro Paese.Mario Pepe

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