Gege\’ Telesforo, re dello \”Scat\”

 Riproponendo un’arte quasi dimenticata, il vocalist foggiano, nato artisticamente con Renzo Arbore che ne ha scoperto le incredibili doti vocali, ha raccolto intorno a sé il meglio della scena fusion. Si ricordano i tanti concerti, a metà degli anni ottanta, in cui rinnovava vecchi standard jazz, in virtù di arrangiamenti mozzafiato e trovate armoniche spiazzanti. Percussionista, polistrumentista, ma anche giornalista, conduttore radio-televisivo, entertainer, Gegè Telesforo è figura professionale dai mille contorni e dalle altrettante sfumature. Affermatosi anche all’estero, figura tante volte con Jon Hendricks, Dizzy Gillespie, Clark Terry, Deede Bridgewater, Tony Scott, Lucio Dalla, Roberto Gatto, Rossana Casale, Tullio De Piscopo e tanti altri pezzi da novanta della musica. In America, grazie al sodalizio con Ben Sidran, pianista-cantante, Telesforo ha trovato una seconda patria, collaborando con i musicisti più in vista degli ultimi anni. La sua ricerca musicale è indirizzata verso un funk aggressivo e purissimo, in cui gli elementi jazzistici e improvvisativi si uniscono ad una severa e infallibile concezione ritmica dominata dal "groove".
Il lungo e fragoroso applauso premiò, sul palco del "Calandra", Gegè Telesforo che sviluppò un linguaggio estremamente mobile, fantasioso e, nel contempo, rigorosamente controllato, associandolo ad una tecnica perfetta. Un miracolo di equilibrio e buon gusto.
"Ciao vocal man!" — fu la sola espressione che riuscii a trovare allorché lo incontrai dopo lo spettacolo. Ero ancora emozionato e forse sotto shock per quello che avevo visto e, particolarmente, ascoltato.
"Sai, Benevento, come Foggia, è una piccola città dove pochissimi nomi tengono alte le tradizioni musicali".
"Certo! E Benevento deve più di qualcosa al direttore artistico che, per ben cinque anni, ha dato carattere al BENgio Festival" — rispondo al sorridente Gegè che, alzandosi, mi ricorda il suo metro e ottanta e più di altezza ed il suo aspetto pulito pulito.
"Ho fatto dischi dove c’era pop, funk, etno, jazz, ma non amo etichettare la mia musica. Amo il jazz ma compro la musica degli anni sessanta, anche perché credo sia stato il periodo più bello per la musica in generale".
"Insomma per la tua giovane età ostenti un medagliere invidiabile: "Dimensione jazz" per Radio Foggia, "Tra la gente" per Radio 1 RAI, collaborazione con RDS, Radio Verde Rai. Hai partecipato a diversi programmi televisivi di successo: "Quelli della notte", "Cari amici vicini e lontani", "Marisa la nuit", "Sanremo International", "Notte di musica italiana", "Trenta ore per la vita", "Un sogno americano", "Time Gershwin", spettacolo condotto con Mara Venier. Esponente di spicco al Festival blues "Umbria jazz"; autore e conduttore con Serena Dandini della seconda edizione del "World Food Concert" organizzato dalla FAO".
Così l’incontro-intervista con il vocalist, re dello "Scat".
Quella notte non fumai "quell’ultima sigaretta" e non sentivo i continui inviti della guardia notturna che necessitava a chiudere il teatro, preso com’ero a conversare di musica con Gegè Telesforo.
"Quando una ragazza dice "no" prendi il tuo sassofono / canta in un megafono / non dimenticare ci vuole il jazz / lei si muoverà convulsamente ritmando con le mani / e quando infine tu la vorrai baciar / vedrai che dirà "Oh yes!"…Un piccolo negretto suona la tromba e canta a New Orleans / par che si chiami Louis Armstrong ma nessuno lo sa / che un giorno il papà del jazz diventerà! / Oh yes! Oh yes! Oh yes! Tutto questo è jazz / Tararara — tà".

Enrico Salzano

* Omaggio al mio amico Gegè Telesforo

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