IN MEMORIA DEL PROF. ALFREDO PAOLELLA, VITTIMA DI “PRIMA LINEA”

«L’11 ottobre 1978 un commando di assassini massacrò un illustre figlio del Sannio, il prof. Alfredo Paolella, sottraendolo alla sua Famiglia, ai suoi affetti e al suo ruolo di servitore integerrimo dello Stato e di docente. È nostro dovere onorarne la memoria, perché la barbarie estremista e terroristica non trovi più spazio nei gangli vitali della nostra repubblica».

È quanto afferma il Presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, ricordando il prof. Alfredo Paolella che, nella mattinata dell’11 ottobre di quarantadue anni fa, veniva ucciso a Napoli da un commando di una delle frazioni del terrorismo rosso, “Prima Linea”, nell’autorimessa dove si era recato per recuperare la sua auto ed andare al lavoro.

Quell’omicidio venne rivendicato e collegato alla scriteriata “campagna” che i terroristi conducevano “contro coloro che si dedicavano all’attuazione di un sistema penitenziario in linea con i principi fondamentali dello Stato democratico”.

Originario di Pesco Sannita (BN), dove è tumulato, il prof. Paolella, titolare della Cattedra di Antropologia Criminale presso l’Università di Napoli, era stato tra i promotori del Centro di Osservazione criminologica del carcere di Poggioreale e aveva collaborato con il Ministero della Giustizia e con il magistrato Girolamo Tartaglione, a sua volta ucciso appena un giorno prima di lui. Tra le sue “colpe”, come riportarono le prime pagine dei quotidiani dell’epoca, l’impegno a migliorare le condizioni di vita dei detenuti.

«Il ricordo del prof. Paolella — aggiunge il presidente Di Maria — non deve sbiadire, così come quello di Antonio Cestari, di Raffaele Delcogliano, di Aldo Iermano, trucidati qualche anno più tardi, e di tante altre vittime, perché il loro sacrificio non sia stato vano, anche a beneficio dei più giovani, affinché sappiano “riconoscere” quanti hanno impegnato la loro vita verso ideali di impegno e di giustizia per la società e per gli altri».

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