Le riflessioni del presidente dell’ASIA Lonardo sulle vicende politiche

Il Presidente dell’ASI asi domanda del perché mai Fausto Pepe doveva rinunciare al suo mandato? Il suo indirizzo amministrativo, fino all’altro ieri, era quello del partito di appartenenza, godeva di una maggioranza stabile nei numeri da due anni e mezzo, non aveva fatto pipì nei portoni. La cronaca o, meglio, la corrida inscenata nell’ultimo Consiglio Comunale ha dimostrato inoltre, ove mai ce ne fosse stato bisogno, che le lacerazioni politiche degli ultimi avvenimenti lasceranno per qualche tempo uno strascico di veleni che, speriamo, non dovranno in alcun modo rallentare il viatico dell’Amministrazione Comunale e Provinciale sottraendo energie, forse indispensabili, per uscire dalla crisi economica e di forza lavoro che attanaglierà, per non meno di un anno, le nostre realtà locali.Il dibattito politico,conclude la nota di Lucio Lonardo, è dialettica utile, accattivante, e qualche volta addirittura interessante che incuriosisce e schiera gli spettatori, ovvero i cittadini, ma quando esso sia circoscritto a temi e a proposte e non sfori nel personale o, addirittura, nel vituperio ad esso connesso. La realtà è questa ed è bene che i contendenti lo sappiano: ad alti livelli, per intenderci quegli stessi che impongono un becero listino elettorale, è stato sottoscritto un accordo nazionale che non ha tenuto conto delle realtà locali a volte molto particolari e, fin troppo, campanilistiche con il risultato di aver provocato deflagrazioni a tutti i livelli, politici e personali.Il vecchio detto “le spade stanno appese ed i foderi combattono” mai come adesso è di attualità e particolarmente calzante per chi, come il sottoscritto, per esempio, ha dovuto per anni correre in difesa e battagliare, in qualità più di fodero che di spada, pronto a difendere, grazie al confronto dialettico, dalle accuse che via via venivano rivolte da esponenti locali, il proprio leader nazionale. Lo stesso Boccalone che oggi contesta alcune scelte anche della sua coalizione, è stato nel passato un grande fodero, in questo senso, ed oggi non è, a maggior ragione, nè spada e nè fodero, perché da un lato non è stato il promotore dell’accordo, dall’altro lo subisce ma, di sicuro, non sarà mai un grande e credibile elettore di Mastella. Lo sarà forse Ucci, magari per riceverne una tardiva catarsi alla transumanza politica perpetrato negli anni 90 allorchè da eletto nell’allora CCD di Mastella e Casini passò, prima del ballottaggio, repentinamente nelle file di Viespoli, un ballottaggio dal quale fu tenuto fuori il partito di militanza e questo per un espresso ostracismo di Viespoli verso Mastella.Mi è parso di capire che forse lo sarà anche Pasquariello pronto in politica, a suo dire, a contaminare ed ad essere contaminato (parole sue), manco fosse un primario del Cotugno. Non lo sarà senz’altro Viespoli che colto alla sprovvista ha saputo solo dichiarare “Sì a Mastella, no al mastellismo” come se un malato potesse dire: mi becco la salmonella ma il tifo datelo ad un altro.De Pierro, dal suo canto, in qualità di capo gruppo dell’UDEUR ha asserito che “da questo momento in Consiglio il suo gruppo seguirà con estrema attenzione le decisioni dell’Amministrazione Comunale in carica”: ma perchè prima qualcuno si faceva le canne o era particolarmente distratto? Registriamo, poi, le parole del nostalgico D’Alessandro che asserisce come spesso la PDL dia l’impressione di essere una casa di tolleranza: sarebbe stato il caso di usare un termine meno forte e dire semplicemente che gli italiani sono allergici al bipolarismo, costretti come sono a soggiornare in condomini politici dove si trova di tutto e di più, purchè il collante sia sempre la gestione del potere allo stato puro.Non meglio la gestione nelle dichiarazioni della De Girolamo che, riferendosi alla situazione del Consiglio Provinciale, invitava a smetterla con il mercato delle vacche, (e meno male che sono state disattese le quote rosa perché altrimenti il termine sarebbe risultato particolarmente offensivo): ma anche qui trattasi di transumanza fisiologica dettata dai problemi di cui sopra. Non penso che ci possa essere, al momento, una morale, ne tanto meno mi sento il soggetto più indicata a farla ma una cosa sarebbe opportuno fare per non creare ulteriore disammoramento dei cittadini verso la politica (le schede bianche sono sempre in agguato), ed è quella di preferire la valeriana all’adrenalina con un sottofondo di blues piuttosto che di rock e “aspettare che passa a’nuttata” del senatore De Filippo per riprendere a parlare di politica, ma di quella vera, nell’interesse supremo del cittadino-elettore che vuole essere rappresentato in un nobile consesso e non al Truman show.Lucio Lonardo

ARTICOLI CORRELATI