M5S.Mensa: la storia infinita

Il M5S ha sempre ribadito di essere favorevole alla mensa pubblica, a patto che essa risponda alle sacrosante richieste di qualità che i genitori responsabili esigono per i propri figli. Il pasticcio creatosi a Benevento, e da noi ripetutamente segnalato, dovuto ad insipienza e approssimazione, ha portato molte famiglie a prediligere modalità alternative per garantire ai propri figli un pasto di qualità, venuta meno la fiducia nei confronti di una ditta al centro di incessanti polemiche

Nel Consiglio comunale del 27 settembre, nel ricordare come avessimo sin da agosto invitato il Sindaco a coinvolgere attivamente rappresentanti dei genitori, sindacati, associazioni, chiedevamo almeno di convocare intorno ad un tavolo i Dirigenti Scolastici perché ci fossero indicazioni unitarie che tengano conto della novità della sentenza torinese.

Noi riteniamo che tutto ciò che è accaduto in questi giorni, destinato purtroppo a riaccendere le polemiche sulla questione mensa, sia dovuto alla protervia con cui non si è pensato a regole condivise e uguali, discusse con i soggetti coinvolti.

Che cosa è accaduto il 20 dicembre, a ridosso delle vacanze natalizie? Il Sindaco amico dei bambini e delle famiglie, il sindaco delle luci, dei canti, ha ordinato un “blitz” pericoloso e senza alcun fondamento giuridico, per colpire uno dei momenti formativi più importanti per gli alunni: quello della mensa scolastica.

Un’azione grave e intimidatoria, voluta direttamente dal Sindaco (per quanto ci è dato sapere), pensata ed espletata per minare l’autonomia decisionale degli istituti scolastici e per costringere alla resa i genitori che, liberi di scegliersi la modalità di fruizione del pasto all’interno dei refettori scolastici, hanno rovinato i piani affaristici di taluni personaggi ormai noti. Eppure a settembre lo stesso sindaco aveva affermato a mezzo stampa che il pasto da casa era un’opzione valida e utilizzabile…

Ci chiediamo come sia possibile che qualcuno, di colpo, abbia dimenticato alcuni principi garantiti dalle normative vigenti riguardante ruoli, compiti e funzioni nella gestione delle scuole ed in materia di refezione scolastica, normative da leggersi alla luce dell’innovazione rappresentata dalla sentenza n. 1049/16 della Corte d’Appello e delle ordinanza cautelari – passate anche in giudicato – del Tribunale di Torino.

Perché proprio oggi, a poche ore dalla chiusura delle scuole per le festività natalizie e in una scuola dove era momentaneamente assente il dirigente scolastico, si sono intrufolati in un edificio scolastico senza alcuna presentazione e senza previa autorizzazione del capo d’istituto, alcuni funzionari del corpo dei vigili urbani?

Come mai tanta solerzia e applicazione non trovano riscontro in ben altre criticità del territorio quali gli abusivismi o gli abusivi che minacciano anche gli onesti cittadini che si procurano il grattino, piuttosto che gli evasori delle tasse di un comune in dissesto anche per i crediti non riscossi?

Ricordiamo a tutti, dirigenti, comune, ASL, ditte, famiglie, come l’unica modalità applicativa idonea a tutelare i diritti e le scelte delle famiglie, salvaguardando la continuità dell’erogazione dell’offerta formativa e i valori educativi e di socializzazione propri del tempo pieno e del tempo prolungato, sia costituita dalla possibilità di consumare il pasto domestico nei locali adibiti a refezione scolastica.

Ogni sopralluogo del comune risulta pretestuoso perché i locali sono in uso esclusivo dell’istituzione scolastica. Il comune è responsabile solo della manutenzione, in quanto proprietario dell’edificio. Il refettorio (scolastico e non comunale) è una struttura che appartiene alla scuola così come le aule, i laboratori, le palestre e tutte le altre strutture scolastiche destinate agli studenti.

Il Dirigente Scolastico, Capo d’Istituto, è il datore di lavoro, con tutte le implicazioni del caso, munito della rappresentanza legale dell’Istituto, di cui rappresenta l’unitarietà; egli è, unitamente agli organi collegiali, responsabile della gestione dell’istituto nell’interazione con gli enti locali a garanzia della libertà di scelta educativa delle famiglie.

Corollario di tale ragionamento è quello per il quale i Comuni non hanno alcun potere di intervenire unilateralmente sull’autonomia organizzativa del dirigente scolastico e non possono disporre dei locali scolastici senza il preventivo assenso del Dirigente, a ciò autorizzato dal Consiglio di Istituto.

I Comuni sono, quindi, soggetti terzi, deputati unicamente all’organizzazione di un servizio oneroso a domanda individuale, servizio affidato ad una società terza che rende il suo servizio nel refettorio scolastico, destinato indistintamente a tutti gli studenti.

Per questo motivo il M5S presenterà nei prossimi giorni un’interrogazione sulla questione, mettendo a disposizione la propria organizzazione e i propri esperti per tutelare i diritti delle famiglie.

 

Marianna Farese e Nicola Sguera

M5S BN

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