Mario Pepe: Mi candido per traghettare una nuova classe dirigente.

“Ho sentito la vita politica come un dovere e il dovere dice speranza”. Prendendo in prestito le parole di don Luigi Sturzo, ho accettato l’invito di tanti amici a correre come candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative. Non una battaglia di retrovia, personale o di rivalsa, come qualcuno vorrebbe far crede non avendo altri argomenti. Ho percorso gli onori della politica fino al massimo organo della Repubblica e non ho altro da chiedere. Sento il dovere morale di questa battaglia perché San Giorgio del Sannio sta sfiorendo tristemente nella grettezza e nella povertà. Non posso restare indifferente, perché l’indifferenza è un male. Nel giorno della Resistenza occorre rammentare le parole di Antonio Gramsci.
Sarò un sindaco traghettatore. Accanto a me ci saranno tanti giovani, professionisti seri e apprezzati, persone libere che non vedono nelle elezioni comunali un’occasione per rimediare alla propria incapacità di trovare un posto di lavoro. Prima del sindaco e dei candidati verrà la visione di futuro, dove San Giorgio dovrà essere una Città inclusiva, vivace, piena di giovani, verde, a misura di bambino, fulcro di un territorio vasto che può trainare sviluppo e cultura.
Una nuova classe dirigente avrà modo di farsi le ossa e di farsi apprezzare, realizzando le tante idee che già sono nero su bianco. Idee vere di cambiamento, non pallide ombre sul muro delle illusioni. A tal fine rinuncerò a qualsiasi delega attiva, sarò il Sindaco coordinatore di una Giunta forte. E lo farò senza percepire un euro, destinando lo stipendio a politiche sociali e sostegno ai giovani. In 5 anni il sindaco di San Giorgio del Sannio percepisce 150.000 euro. Non ne toccherò uno. Con questo spirito di servizio mi accingo alla battaglia più entusiasmante della mia vita. Non sarà una battaglia contro, ma una battaglia per.
MARIO PEPE

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