MOSTRA IMMAGINARIA SU CIRO. LA DENUNCIA DI ISIDEA. DIAMO VISIBILITA’ ALLE NOSTRE RISORSE

Il nostro cucciolo di dinosauro, grazie ad una paleo-autopsia, ha raccontato recentemente tutta la sua breve esistenza di qualche settimana, anche l’ultimo pasto prima dell’annegamento in un’antica laguna e la perfetta conservazione in fanghi calcarei dei suoi organi interni.
Difficile tenere aggiornato il conteggio di articoli scientifici, mostre, convegni, premi, cartoni animati, film, fumetti dedicati ad un reperto così straordinario che ISIDEA, tra tanto altro, ha chiesto anni fa di trasformare nella “Gioconda” del Sannio e che forse già nel 2015 sarà il soggetto di una emissione filatelica, grazie al sostegno dell’assessore alla cultura Raffaele Del Vecchio.
Dopo la grande esposizione del 2000 alla Rocca dei Rettori e una fugace apparizione presso il Teatro Romano, pochi sanno che l’originale di Ciro “è qui!”, come esclamerebbe una nota conduttrice tv, gelosamente nascosto o forse imprigionato in una buia e improponibile “cappelletta” dell’ex convento/carcere di San Felice al Viale degli Atlantici, sede di quella Soprintendenza che giustamente mena vanto della sofisticata  mostra “Rosso immaginario” di Montesarchio.
Siamo alle solite: quando si presentano occasioni irripetibili per rilanciare Benevento ed il Sannio oltre le mura, continuiamo a farci del male. Il riconoscimento Unesco al complesso sofiano (chiesa, campanile e chiostro) ci crea addirittura problemi: la proposta ISIDEA di ritornare all’utilizzo della Chiesa di Santa Sofia come prima sala del Museo del Sannio, assicurando a costo zero l’apertura continuativa dalle 9:00 alle 19:00, si scontra con la necessità riduttiva di tutelarne l’uso a parrocchia. Per non parlare di altre incredibili opportunità, sacre e profane, scomparse o mai apparse nella programmazione politica: S. Bartolomeo, l’Arco di Traiano, le Streghe…
Non c’è più tempo: occorrere predisporre subito un partecipato e condiviso Piano Strategico (tramite tavolo/network istituzionale, distretto culturale, piano regolatore della cultura o altro) che attivi finalmente uno sviluppo integrato tra il settore della cultura, quello produttivo e quello formativo, determinando capacità di governance dei processi di accumulazione delle nuove forme di capitale (umano, informativo, ambientale, sociale, identitario) e dando particolare valore al patrimonio invisibile (elementi immateriali); il tutto per acquisire quel vantaggio competitivo che renda il territorio Sannio “unico” e appetibile non solo turisticamente nel mercato globale.
 

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