Ospedali senza controllo, scatta l\’allarme. All Rummo la sicurezza è un optional

Entrare e uscire dai reparti ospedalieri è però un gioco da ragazzi. Non c’è bisogno di osservare gli orari stabiliti e affissi sulle porte d’ingresso. Altrettanto facile è introdursi attraverso una porta posteriore nella palazzina degli uffici amministrativi. Nessuna guardia è presente all’esterno dell’edificio ultramoderno. Nell’atrio un cartello scritto al computer avvisa che l’area è sottoposta a videosorveglianza per scoraggiare eventuali lestofanti. Nonostante il cartello stampato a caratteri cubitali negli ultimi tempi sono state registrate diverse incursioni e negli uffici amministrativi e in quelli dell’accettazione. Ben tre volte dall’inizio dell’anno i ladri sono entrati in azione indisturbati e sono riusciti a portare via i computer e altro materiale elettronico. A pochi metri dallo sportello dell’accettazione c’è il gabbiotto delle guardie giurate e del drappello di polizia che stazionano nel pronto soccorso. L’ingresso del pronto soccorso naturalmente è sempre aperto e chiunque può accedere da qui, senza essere sottoposto ad alcun genere di controllo, ai reparti del padiglione delle emergenze, il più trafficato dell’azienda ospedaliera Rummo. All’esterno vi sono dei vigilantes addetti e attenti più al passaggio e all’accesso dei veicoli privati nell’area attorno ai padiglioni che al movimento umano che entra ed esce indisturbato a qualunque ora del giorno dalla struttura ospedaliera. I cunicoli sotterranei che collegano la struttura vecchia del Rummo a quella nuova sono passaggi comodi e scorciatoie predilette dai «topi d’ospedale» che sgusciano tranquilli su per le rampe di scale nelle stanze e fanno sparire oggetti ed effetti personali dei pazienti. Ogni momento è favorevole per asportare quello che capita a tiro. Nella maglia larga della sicurezza che diventa optional nessuno finisce nel mirino dei controlli o nell’obiettivo delle telecamere. Le porte dei reparti spesso sono socchiuse per consentire al personale sanitario di muoversi liberamente e altrettanto liberamente si muovono i malintenzionati che riescono ad accedere ovunque passando inosservati. Capita così di aprire la porta di un ambulatorio in un reparto al padiglione delle emergenze e spulciare tra i fogli del registro delle visite mediche giornaliere in barba alla privacy. Poco distante, incustodite, ci sono anche le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati. Anche in questo caso l’accesso ai documenti delicati e ai dati sensibili è agevolato dalla mancanza di controlli e di vigilanza. Nella stessa stanza su un carrello sono distribuiti arnesi e materiale sanitario: chiunque può sottrarli e andare via attraversando tranquillamente il corridoio del reparto fingendo di essere parente o amico di un paziente che guarda caso lì non è ricoverato perché semmai hai sbagliato reparto o padiglione. Sono queste le tecniche più frequenti utilizzate dai ladri che si intrufolano nei reparti e conoscono a memoria tutte le vie di fuga attraverso le scale di servizio e il dedalo di passaggi incontrollati. E il copione si ripete negli uffici amministrativi. Gli archivi con documenti contabili importanti sono alla mercè di chiunque. Gli scaffali allineati nei corridoi possono essere facilmente forzati sebbene sulle pareti insistono i cartelli dell’area sottoposta a videosorveglianza. Le stanze sono aperte, non solo al personale e al pubblico. Quella della segreteria è praticamente incustodita: la scrivania è occupata da una pila di carte e documenti. Nei paraggi neppure l’ombra di un impiegato o di un inserviente. Fuori diverse telecamere sono state collocate nei punti nevralgici del parcheggio eppure più di un medico in servizio ha denunciato di avere subìto ripetutamente furti o danneggiamenti alle auto lasciate in sosta. La presenza allora dell’occhio elettronico, ammesso che funzioni realmente, non si è rivelata affatto un deterrente dal momento che i reati predatori dentro e fuori i reparti ospedalieri avvengono comunque.

IL MATTINO 13 AGOSTO 2010

ARTICOLI CORRELATI