Pd: Assemblea taglia tempi Congresso, candidati già in campo per la leadership

Roma, 19 nov (Adnkronos) – Passano con 553 sì, 21 no e 36 astenuti (su 610 votanti) le modifiche allo statuto del Pd che consentiranno un taglio dei tempi del Congresso. Il dispositivo prevede le primarie il 19 febbraio ma con un punto interrogativo: in caso di soprapposizione con il voto regionale si potrà modificare il calendario. E’ stato un vero compromesso, come è emerso con chiarezza dal dibattito dell’Assemblea. “Ci sono stati dei dissidi, dobbiamo dirlo tra di noi”, ha ammesso il vice segretario Peppe Provenzano.

Del resto lo stesso segretario dem aveva subito rivolto un chiaro appello al Parlamentino dem: “Vorrei fosse la giornata dell’orgoglio del Pd”. Per Letta, “per decidere insieme c’è bisogno di grande responsabilità e capacità di voler bene alla comunità”. A far capire la fatica del momento, un altro passaggio del segretario: “Svolgerò il mio ruolo come promesso. E’ importante che ci sia qualcuno che si assume le responsabilità, che si prende critiche e fischi, in un momento di sconfitta è un passaggio chiave”.

Alla fine la ‘sforbiciata’ al timing del congresso è passata tra distinguo e mugugni vari. Anche se si tratta di “un accorciamento esclusivamente del voto, sia degli iscritti che delle primarie, che mantiene in vita la fase constituente”, come ha specificato il segretario. In soldoni, candidature entro il 27 gennaio, dibattito sulle piattaforme entro il 12 febbraio e primarie il 19 febbraio. Le scintille in Assemblea non sono mancate anche sull’Odg anti correnti presentato da Marianna Madia e Lia Quartapelle, alla fine non messo ai voti ma “assunto”con un impegno di Letta, con la responsabile Esteri che ha attaccato Dario Franceschini.

(Adnkronos) – In Assemblea a lamentarsi è stata soprattutto la sinistra del partito. “Si poteva immaginare una fase costituente vera, si sta scegliendo una via mediana. Lo capisco ma non sempre è la soluzione migliore”, ha detto Gianni Cuperlo. “La nostra dannazione è sempre scegliere la via di mezzo. Abbiamo salvato il tempo della costituente, le date, ma non sono sicuro che abbiamo salvato questo processo”, ha sentenziato Provenzano puntando il dito: “Alcuni di noi aspettano solo questa conta”.

Ma anche Base riformista ha votato il dispositivo senza entusiasmi particolari: “E’ un compromesso, anche abbastanza deludente”, si spiega. Mentre il vice presidente del gruppo al Senato Alessandro Alfieri ha sottolineato: “Votiamo con senso di responsabilità. Ora speriamo che i candidati scendano presto in campo per dare al Pd speranza e orgoglio”. E i candidati, più o meno annunciati, sono stati i veri protagonisti della riunione. Alcuni collegati da remoto. Altri, come Paola De Micheli, in presenza. Tutti silenti ma nessuno mani in mano, con la corsa alla leadership di fatto già partita.

Matteo Ricci, a riunione in corso, ha annunciato un evento per venerdì prossimo a Roma sulle sue proposte per il Pd. Dario Nardella da giorni ha convocato una assemblea pubblica il 27 novembre. Di Stefano Bonaccini si attende l’annuncio della discesa in campo per domani in un evento a Campogalliano: “E’ una delle ipotesi in campo”, dicono i suoi. In streaming anche Elly Schlein, forse obiettivo di un passaggio del discorso di Cuperlo: “Non accetto che questa sia considerata una bad company e che il bene sia solo fuori da noi”. Di sicuro, se la deputata dem vorrà candidarsi potrà utilizzare le modifiche appena approvate che assegnano ai “cittadini” che dichiarano di partecipare alla costituente lo status di iscritti. “E’ il comma Schlein”, sentenzia un delegato lasciando l’Assemblea.

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