Principe: Dimissioni? Decido io non Del Basso

E’ solo una piccola parte dell’intervista-sfogo rilasciataci dal presidente dell’Amts. Presidente, Del Basso De Caro ha sollecitato il sindaco Pepe a richiederle le dimissioni e, in subordine, procedere alla revoca degli incarichi. «Penso che Umberto Del Basso De Caro, se vuole badare agli interessi dei cittadini del Sannio, debba interessarsi maggiormente di quanto avviene alla Regione. E, se proprio intende interessarsi di ciò che avviene sia al Comune di Benevento, che nelle sue Società partecipate, al massimo può richiedere la sostituzione o le dimissioni di coloro i quali sono iscritti al Pd, poiché non si comprende il motivo per cui Del Basso si interessi di un’Azienda che non fa capo al suo partito. In buona sostanza, può chiedere le dimissioni del vice sindaco, degli assessori suoi amici, oltre che di Nazzareno Fiorenza, in quanto da lui indicato al vertice della Gesesa, ma non certo le dimissioni del sottoscritto che nulla ha a che spartire con il suo gruppo politico». Del Basso, però, è pur sempre consigliere regionale del partito maggioritario del centrosinistra. «Io sono stato eletto consigliere comunale con le forze mie e di tanti miei amici, senza nulla chiedere ad alcuno. E, qualora Del Basso Caro volesse motivare la sua richiesta con l’avviso di garanzia notificatomi, sarebbe ovvia una domanda: perché si chiedono solo le mie dimissioni, mentre ci si distrae volutamente su altri amministratori che sono interessati da richieste di provvedimenti ben più gravi?». Non può negare che la vicenda della selezione abbia creato un vespaio di polemiche. «Ricordo a me stesso e agli altri che Del Basso De Caro, in riferimento alla selezione pubblica a posti zero (part-time di quattro ore con stipendio massimo di euro 750 mila al mese), già qualche tempo fa dichiarava che si trattava di una “porcheria”. A suo dire, per tre aspetti: non adeguata pubblicità del concorso, ma per tale motivo il cda da me presieduto, viste le perplessità di un uomo di legge come lui, ha chiesto apposito parere al professore Giuseppe Abbamonte, professionista di chiara fama. Del Basso rilevava che il bando non era apparso sulla Gazzetta Ufficiale. Seconda anomalìa: la mancanza di una commissione e l’affidamento ad una Società specializzata; terzo motivo di perplessità qualche nominativo risultato idoneo alla selezione». Non vi è dubbio che questo ha suscitato molto clamore. «È strano che quando qualche figliolo di noti personaggi della nostra città vince un concorso pubblico, al quale è stata data relativa pubblicità, va tutto bene. Quando, invece, qualche altro figliolo dello stesso personaggio si piazza ai primi posti di una selezione a posti zero, ecco che questo diventa una “porcheria”. E, comunque, in riferimento ai nominativi chiacchierati, sicuramente non c’è affinità tra me e loro. Ma a Del Basso De Caro, assiduo frequentatore della Rocca dei Rettori, vorrei chiedere: come mai nessun dubbio lo ha assalito quando sono state espletate innumerevoli selezioni pubbliche alla Provincia? Chiaramente, si tratta di vincitori tutti grazie alle loro capacità, compresi i segretari provinciali di partito (Zoino) o ex segretari di partito. Sarebbe sufficiente leggere i nomi di coloro i quali, negli ultimi due anni, per verificare che, alcuni addirittura assurti al grado di dirigenti, hanno quasi tutti in comune con Del Basso, la militanza partitica. Di fronte a questo, Del Basso ha taciuto e tace. Per non parlare, poi, dell’Azienda Ospedaliera laddove si continua a coprire posti tramite lavoro interinale. E che dire delle convenzioni stipulate con figli di noti politici, sempre dello stesso partito»? . Sì, ma torniamo ai fatti del Comune. «Certo! Ad esempio, a quegli assessori del Pd che gestiscono tante cose, parecchie di queste mediante cooperative, scelte sì tramite gare pubbliche, anche se non si spiega il perché la gestione dell’Informagiovani sia stata affidata ad una cooperativa. E lo stesso vale per Città Spettacolo? Tutto questo, ovviamente, nel grande silenzio non solo di Del Basso De Caro, ma pure da parte di una certa politica». Sì, ma lei che fa, si dimette o no? «Se dimissioni ci dovranno essere, esse scaturiranno solo dalla mia volontà, sopratutto nel caso emergesse un qualche atto omissivo del quale, però, oggi non sono a conoscenza. In tutti i casi, si tratterebbe di dimissioni spontanee, poiché non intendo arrecare in alcun modo danni al mio amico sindaco Fausto Pepe». A proposito, lei alle amministrative è stato sempre tra i protagonisti: che farà? «Le mie condizioni di salute in questo momento, come ai più è noto, mi inducono a propendere per una non candidatura. Naturalmente, se il candidato del centrosinistra dovesse essere Fausto Pepe, il mio sostegno sarà pieno e totale. Se il candidato dovesse essere un altro esponente del Pd, a partire dal vice sindaco, non solo non parteciperò ma mi limiterò ad osservare la competizione da lontano». Perché ce l’ha con il vice sindaco? «Ho parlato di lui perché, pur se persona stimabilissima, non condivido il fatto che sia stato lottato il ”mastellismo” e, poi, persone della stessa famiglia ricoprano da anni incarichi importanti. Nella nostra città non a caso è dal ’75 che alcuni personaggi imperversano nella politica del nostro Comune e della nostra provincia». In consiglio comunale era stata proposta la revoca del cda. «Mi ha stupito una cosa sola: in calce alla richiesta ho letto pure la firma di un giovane consigliere comunale. A questo giovane vorrei chiedere dove lavora e quale tipo di concorso ha sostenuto per divenire dipendente a tempo determinato di Art Sannio. Ed, inoltre, è solo un caso che si è poi candidato nella lista ispirata dal presidente di Art Sannio»?

IL MATTINO del 30 Settembre 2010

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