Quattro Notti, 20 richieste di rinvio a giudizio

 In quella sede si deciderà se rinviare a giudizio gli attuali imputati o proscioglierli. Rispetto ai ventidue avvisi di conclusione delle indagini che erano stati notificati nel mese di novembre dal sostituto procuratore della Repubblica Antonio Clemente, in due non figurano più tra gli imputati. I destinatari delle richieste di rinvio a giudizio hanno posizioni processuali differenziate. Tra gli imputati figurano la consigliere regionale Sandra Lonardo, il figlio Elio Mastella, ritenuti i dirigenti dell’associazione «Iside nova», il tesoriere Angelo Sabatino, il direttore generale Clemente Rossi, e le collaboratrici Consiglia Cacace e Rita Maio. Secondo l’accusa nei loro confronti viene ipotizzato il reato di estorsione per aver preteso contributi dai venditori che collocavano i loro banchi di vendita nell’ambito della rassegna. Diverse le contestazioni per gli altri indagati tra cui il direttore Artistico Renato Giordano, a cui viene imputata la truffa per aver esibito fatture poi risultate false. Stesso reato di truffa contestato anche al dirigente del Comune Antonio Carrea, al coordinatore all’epoca dell’Ept Giuseppe Gatti, a Rocco Lino titolare della «Vegency», a Umberto Rossi amministratore della «Green Town», a Enzo Luongo amministratore della «Line verde», a Pasquale Tedesco dell’associazione «In strada», a Liberato Lo Conte titolare della «International Vips service, e infine Giuseppe Moscovio e titolare del ristorante «Il Vicoletto». Inoltre per favoreggiamento, Francesco Pace e Domenico Luzzi(favorito un altro indagato). Ipotesi di falso per Giuseppe Aulino, all’epoca dei fatti responsabile del procedimento presso la direzione provinciale del lavoro che avrebbe attribuito alla società di Renato Giordano adempimenti da questa non espletati. Contestata infine una turbativa d’asta a Pietro Laudizio e Michele Pietrovito. Non figurano più tra gli indagati, Diana Ascione e Angelo Pirozzolo a cui era contestatato il favoreggiamento per false dichiarazioni. Le indagini sono state condotte dalla Digos e sono state coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Antonio Clemente. Nel mese di luglio di due anni fa un prologo: il Gip Marilisa Rinaldi, su richiesta sempre del pubblico ministero Antonio Clemente, ordinò il divieto di dimora nella provincia di Benevento per il direttore artistico della rassegna «Quattro notti e più di luna piena» Renato Giordano un provvedimento poi revocato. L’inchiesta era scattata su esposti presentati da vari esponenti politici. La Digos avuti gli esposti aveva poi raccolto documenti presso gli uffici del Comune e nell’abitazione dello stesso Giordano, al quale era stato inviato anche un avviso di garanzia in qualità di responsabile artistico della manifestazione. Poi le indagini sono proseguite per altri due anni fino alla conclusione nel mese di novembre. Alcuni imputati hanno già designato i loro legali: Franco Leone, Umberto del Basso De Caro, Vittorio Fucci. Degli imputati a partire dal mese di novembre hanno presentato documenti e note o si sono fatti interrogare.

IL MATTINO

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