Rifiuti, Consiglio Provinciale: il Sannio non è disponibile per i flussi straordinari

Al Consiglio, svoltosi in condizioni ambientali impossibili (la temperatura dell’asfalto era di 48° gradi centigradi), hanno partecipato oltre ai consiglieri provinciali, gli assessori provinciali (assente però la Palmieri, ma giustificata perché impegnata nella contemporanea seduta del Conisglio comunale), numerosi sindaci sanniti (a cominciare dal primo cittadino di Sant’Arcangelo Trimonte, Romeo Pisani), Associazioni ambientaliste, i parlamentari Cosimo Izzo e Costantino Boffa ed il consigliere regionale Umberto Del Basso De Caro. Sono pervenuti messaggi di condivisione all’iniziativa da parte dell’europarlamentare Erminia Mazzoni e dal deputato Mario Pepe, trattenuti fuori Benevento da impegni istituzionali.
La seduta del Consiglio, cominciata alle ore 10, ha offerto la possibilità ai cittadini santarcangiolesi di dare voce alla loro collera per i provvedimenti di conferimento rifiuti in un impianto che la stessa Regione ha dichiarato in frana, che è sotto sequestro (almeno in parte) per disposizione della Magistratura e per i quali occorrono non meno di 10 milioni di euro, già stanziati, per prime misure di messa in sicurezza. Contestatissimo – anche da parte dello stesso sindaco di Sant’Arcangelo Trimonte –  il conferimento in discarica nella giornata di domenica di tre Tir, quando da Napoli erano arrivate assicurazioni in senso contrario.
Al termine di un lungo dibattito, dopo gli interventi dei rappresentanti della società civile (tra gli altri: Nicola Colangelo, Nicola Rubino, Annamaria Farese, Erminia Manserra) delle Istituzioni (tra gli altri: il sindaco di Paduli, Michele Feleppa), hanno preso la parola i consiglieri Luca Ricciardi, Mino Izzo, Sabatino Cecere, Claudio Ricci.
Infine, sono intervenuti, a concludere i lavori, l’assessore provinciale all’ambiente Gianluca Aceto e il presidente della Provincia Aniello Cimitile.
Entrambi hanno rivendicato alla Provincia il merito di aver impedito ulteriori conferimenti di rifiuti dal napoletano, in quantità peraltro di gran lunga superiori a quelli attualmente in discussione; di aver avviato la procedura per l’approvazione dei fondi per la messa in sicurezza dell’impianto; di aver più volte dichiarato l’indisponibilità rispetto allo stesso Piano regionale dei rifiuti che prevede discariche nel solo territorio di Irpinia e Sannio.
In particolare, il presidente Cimitile ha detto: “Questa è una guerra che dura da tempo e che è destinata a durare. Dobbiamo prepararci a resistere, tenendo presente che qui non è gioco solo il territorio di Sant’Arcangelo rimonte, ma la tenuta della gestione del ciclo dei rifiuti dell’intero territorio provinciale. Scaricare l’emergenza rifiuti napoletani sul Sannio significa saturare l’impianto di Sant’Arcangelo Trimonte ed impedire una gestione corretta del ciclo locale”.
Il presidente ha ricordato nello scorso 4 gennaio, nella sede del Governo nazionale, sotto la presidenza del Sottosegretario Letta, presente il Ministro dell’Ambiente e le massime Autorità della Campania, furono assunti formalmente impegni per la gestione del ciclo dei rifiuti in regione, che tuttavia al momento non sono stati ancora onorati. Da qui l’attuale, ennesima crisi – ha sottolineato il presidente della Provincia; da qui l’impossibilità di poter anche solo pensare che siano state poste le basi per superare definitivamente questa emergenza che dura da tanti anni”.
Il presidente ha ricordato che la Provincia di Benevento ha presentato ricorso al TAR Lazio per la sospensiva dell’esecuzione dell’Ordinanza Caldoro e che insieme alla Società Samte ha disposto la chiusura dello Stir di Casalduni per i conferimenti extra-provinciali.
“Ci giungono notizie dell’ormai imminente chiusura di accordi per lo sversamento di rifiuti napoletani fuori Regione; se da un lato questa misura ci appare confortante, dall’altro occorre restare in stato di allerta. L’assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano, che ho sentito stamani, mi ha garantito che l’Ordinanza Caldoro non sarà prorogata; noi chiediamo che non vi sia più un provvedimento del genere che per il nostro Sannio non rappresenta un gesto di solidarietà, ma piuttosto un suicidio. E’ fondamentale che ci sia l’apporto di cittadini e di Comitati, così come concordo pienamente con la proposta di coinvolgere i sindaci della Provincia nelle future iniziative”.
Alla fine del dibattito è stato quindi approvato il documento descritto.
 

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