Temevamo di saltare in aria col furgone

 Non dimenticherà tanto facilmente la terribile avventura vissuta l’altro ieri. Avventura che il capo della squadra di agenti dell’Istituto di vigilanza «Il Poliziotto notturno» racconta nei minimi dettagli, momento per momento. «Abbiamo subito altre rapine – dice -, ma una cosa così non mi era mai capitata. È stato un inferno dal quale sembrava non uscissimo mai». La missione, come tutti i giorni, prevedeva il prelievo di denaro dall’Istituto Cosmopol di Avellino per trasportarlo poi agli ufffici postali della provincia di Benevento. Capita sempre così da quando è stata soppressa la filiale della Banca d’Italia di Benevento e «Il Poliziotto notturno» è costretto a raggiungere il caveau del Cosmopol per trasferire il denaro in quello dell’Istituto beneventano prima della distribuzione. Il capo equipaggio così ricorda la spedizione dell’altro pomeriggio. «Siamo arrivati intorno alle 16.30 ad Avellino dove abbiamo consegnati 9 plichi ritirati dagli uffici postali del Sannio, e prelevato 55 plichi contenente le banconote da consegnare all’indomani agli stessi uffici postali e anche al Banco di Napoli. Operazione svoltasi con la massima tranquillità come sempre. Erano le 17 quando siamo ripartiti alla volta di Benevento». Un viaggio di routine che, invece, nascondeva una sceneggiatura tutta da raccontare. «All’improvviso – ricorda il capo equipaggio – abbiamo notato una manovra spericolata di un Tir che si è posto di traverso bloccando il traffico appena prima dell’ingresso del tunnel all’altezza di Montemiletto. Due auto però ci hanno seguiti, un’Audi e una Bmw, dai finestrini all’improvviso una sventagliata di mitra, colpi a ripetizione che hanno colpito le gomme del furgone blindato, il vano motore e anche alcuni finestrini. Il commando che ha agito appena dopo, sotto la galleria, era formato da almeno 8 persone, armate e con passamontagna neri e verdi. Uno aveva una tuta bianca. Ci hanno intimato di aprire le porte e di uscire. Ci siamo, invece rintanati all’interno sapendo che era l’unica speranza per salvare il denaro, oltre che la nostra vita. Urlavano e ci minacciavano con le armi. Poi abbiamo notato degli strani movimenti. Ho temuto che volessero fare esplodere il furgone». Attimi terribili e traffico sconvolto all’esterno del tunnel. I banditi, dopo aver capito che i tre poliziotti non sarebbero mai usciti dal blindato, sono saliti sul tetto. «Abbiamo sentito che utilizzavano un flex per tagliare la lamiera. Sono così riusciti a entrare nel vano dove si trovavano i plichi. Ne hanno lasciati solo quattro, i più pesanti perché contenevano monete per 1300 euro. Poi a bordo delle due auto sono fuggiti in direzione Bari». Azione da manuale, per tutto il tempo uno dei banditi cronometrava i tempi. Commando esperto e informato. A esempio sapevano che il sistema antitaglio delle lamiere dei blindati, secondo le indicazioni del ministero dell’Interno, che serve a bloccare o ritardare l’azione delle seghe elettriche, non viene applicato al tetto dei furgoni.

IL MATTINO 7 AGOSTO 2010

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