Usura: ordinanza, ‘sistema rodato’, tra arrestati affiliato alla ‘ndrangheta

Milano, 21 lug. (Adnkronos) – “Le indagini hanno tratteggiato un sistema rodato, consolidato nel tempo di cui erano parte attiva sicuramente quali propulsori Orlando Demasi e Sebastiano Forte”, il secondo prende le distanze dal primo “solo per prudenza, dopo l’applicazione della misura di prevenzione, inaugurando una propria autonoma attività”. La figura di spicco è quella di Demasi, già condannato per reati associativi. “Egli stesso riferiva di svolgere questo ‘lavoro’ da oltre trent’anni, dimostrando la sua piena dedizione all’attività delinquenziale”. E’ uno dei passaggi dell’ordinanza firmata dal gip Fiammetta Modica che ha portato in carcere sette persone per diversi reati tra cui usura ed estorsione, aggravata dal metodo mafioso, spaccio di sostanze stupefacenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

“Il clima omertoso”, si legge, “ha impedito di lumeggiare altri episodi di pattuizioni usurarie” ma per il giudice appare pacifico come l’indagato abbia messo a disposizione di una platea di imprenditori le società cartiere e il sistema delle false fatturazioni. Un meccanismo “particolarmente appetibile” per gli imprenditori, “allettati dall’idea di conseguire liquidità costituendo fondi extrabilancio, ottenere un credito di imposta e un abbattimento degli utili da tassare, tramite costi fittizi”.

Non solo: interfacciandosi con le vittime, Demasi non nascondeva “l’affiliazione alla ‘ndrangheta per godere del prestigio e della forza di intimidazioni necessari per riscuotere il capitale concordato tramite i bonifici”. L’arrestato “ha perseverato in queste condotte, nonostante le misure di prevenzione adottare nei suoi confronti, non curante perfino della misura alternativa vigente all’epoca dei fatti, dimostrando particolare spregiudicatezza nel delinquere e l’assenza di un minimo effetto deterrente della sanzione penale”. Affiancati da persone capaci di usare la forza per riscuotere il credito, gli ideatori del sistema delle cartiere, hanno agito “con la piena consapevolezza del disvalore della propria condotta e dei vantaggi patrimoniali” che potevano ottenere.

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