ALLUVIONE: 5 MILIONI DI EURO ALLE IMPRESE COLPITE.

I vertici di CIDEC, CONFCOMMERCIO, UNIMPRESA, FAPI, CONFAZIENDA, AICAST e CASARTIGIANI hanno ieri visitato alcune zone alluvionate ed incontrato i propri associati.
Abbiamo visto scene simili allo tsunami: stabilimenti e negozi allagati, infrastrutture distrutte, negozi allagati, agricoltura e paesaggio devastati.
A seguito dell’ intervento alla riunione indetta stamane in Camera di Commercio, l’ unione delle 7 sigle ha chiesto che la stessa si mobilitasse concretamente con azioni immediate e precise.
Formuliamo la richiesta alla Camera di Commercio di Benevento di mettere a disposizione della comunità delle imprese i 5 milioni di euro già impegnati e destinati alla costituzione di una Fondazione camerale.
“Ritengo –riferisce Milena Petrucciani- che al momento non possa esistere alcun altro strumento tempestivo e tangibile come questo”.
Ogni altra iniziativa non sarà di alcun supporto alle imprese ma potrà essere solo annoverata tra le inutili e penose iniziative solitamente assunte in queste circostanze.
Non c'è tempo da perdere e non si possono aspettare gli anni della burocrazia nazionale.
I cinque milioni di euro sono qui, a nostra disposizione,  e sono delle nostre imprese: perchè non utilizzarli?  Chi lo vieta?
Le tante imprese industriali, artigianali, commerciali, turistiche ed agricole coinvolte in questa tragedia possono ripartire solo con «sostanziose ed immediate» azioni di liquidità di denaro. Hanno, infatti, bisogno di mettersi in sicurezza, di sgomberare locali, di acquistare mobili, merci, attrezzature per il lavoro: non dimentichiamo che vi sono imprese che hanno subito la distruzione totale della merce acquistata per le prossime festività natalizie o altre in situazioni produttive in allarme come quelle vitivinicole e olivicole!
I cinque milioni di euro costituiscono anche una forte garanzia per gli istituti di credito che, insieme ai Confidi, possono avviare azioni di microcredito soprattutto nei confronti di quelle piccole realtà che hanno bisogno del minimo indispensabile per ripartire.
Possiamo dare a tutti l'esempio di ciò che significa "fare" rispetto al "dire". Dobbiamo essere responsabili, concreti, tempestivi, solidali, uniti.
Le accuse ora non servono: ognuno faccia sentire, invece, la propria vicinanza a quanti sono stati travolti dal nubifragio.
Abbiamo la responsabilità di mobilitarci al di là di ogni personalismo anche istituendo un Tavolo di Crisi delle Imprese.
La ripartenza si basa innanzitutto sulla fiducia: la fiducia di non sentirsi soli ma di poter contare sulle istituzioni "locali" e sugli uomini e donne che le rappresentano.
In tal senso, nelle prossime ore, formalizzeremo la richiesta a tutti i colleghi rappresentanti delle associazioni di categoria che, auspico, prenderanno in debita considerazione la nostra proposta prima che, calata l'attenzione da parte degli organi di informazione, si venga lasciati soli, abbandonati al destino.
 
 

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