ASSISI. MONS. ACCROCCA INDIVIDUA NUOVO DIAVOLO NEGLI AFFRESCHI DI GIOTTO

Scoperto un nuovo diavolo negli affreschi  di Giotto della Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi.
L’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, e il direttore  della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi, fra Carlo Bottero,  hanno scovato un drago nell’undicesima scena, ‘La prova del Fuoco. San Francesco e il Sultano’, della Vita di San Francesco che narra  l’incontro, in Egitto, tra il Santo e Malek el-Kamil.

“Nell’affresco di Giotto – spiega la rivista on line ‘San Francesco’ – troviamo i due personaggi nella parte destra della scena che indicano  un fuoco ardente, posizionato a sinistra, dove, celata da quasi 800  anni, emerge l’immagine di un drago, rappresentazione medievale del
diavolo. E’ il secondo demone nascosto tra gli affreschi della  Basilica di San Francesco dopo quello scovato nel 2016 dalla storica  di francescanesimo, Chiara Frugoni: un demone, con due corna scure,  che emerge dalle nuvole sospese nella rappresentazione della morte di  Francesco nella ventesima scena della vita di San Francesco”.

“Il fuoco raffigurato nell’opera di Giotto – ha detto  mons. Accrocca – ad una serie di rilievi dettagliati, con l’utilizzo  del computer, è in realtà un serpente-drago che bruciando si dimena
alimentando il fuoco. Da sempre si è pensato che invece fosse una  semplice catasta di legna in fiamme. E’ molto probabile che Giotto  abbia voluto indicare proprio la capacità del demonio nel mettersi tra le parti e impedire il dialogo”.

“Il demonio, come ha detto papa Bergoglio, ci avvelena con l’odio, la  tristezza e l’invidia. E così, mentre riduciamo le difese, lui ne  approfitta per distruggere la nostra vita. Francesco d’Assisi – ha  dichiarato il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di  Assisi, padre Enzo Fortunato – utilizza una parola che ha  rivoluzionato l’antropologia e ha creato le fasi di un nuovo  umanesimo: la parola fratello. Per lottare contro le insidie e le  tentazioni non ci rimane che la relazione che punta al riconoscimento  dell’altro. Noi siamo le decisioni che prendiamo. Decidiamo di essere  nostro fratello”.

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