Benevento, cambio-casacca di 6 candidati Manifesti d\’accusa ed esposto in Procura

Tradiranno sempre! Alle comunali non tradire la tua città. Votiamo la coerenza». I sei consiglieri hanno presentato un esposto-denuncia in Questura, nella stessa giornata di domenica, annunciando querela nei confronti dei responsabili.

«Abbiamo operato una scelta coraggiosa soltanto dopo aver portato a termine il mandato affidatoci dagli elettori cinque anni fa – hanno spiegato i consiglieri accusati di tradimento – dopo essere stati sempre presenti in Consiglio, dopo aver votato fino alla fine atti indispensabili per la sopravvivenza dell’amministrazione, anche rischiando, e lo sa bene Pepe, in prima persona. Abbiamo agito con coraggio, attraverso un atto pubblico e giuridicamente sancito».

Ora, dopo l’affissione del manifesto, hanno deciso di denunciare il fatto in Questura: «Abbiamo esposto alle autorità competenti, nei modi e nelle forme consentite dalla legge – commenta Luigi De Nigris, candidato per Sud, Innovazione Legalità – quanto accaduto per verificare ed accertare eventuali responsabilità. È l’unica strada che conosciamo e che vogliamo praticare. Crediamo che le parole contenute in quel messaggio esulino da ogni civile confronto politico-elettorale. Sono volgari e indegne ancor di più perché pronunciate da un partito che non solo si candida al governo della città, ma anche a quello del Paese. Marchiare le persone che la pensano diversamente è una pericolosa riproposizione di un periodo buio dell’umanità. Di fanatiche e violenti tradizioni politiche che gli odierni mandanti ed esecutori del Pd o non conoscono o hanno dimenticato. L’avvelenamento del clima politico serve solo a spostare l’attenzione dalle gravissime difficoltà che con le nostre dimissioni abbiamo voluto evidenziare. Se l’onestà e la sincerità ci hanno resi vulnerabili, non importa. Continueremo ad essere onesti e sinceri».

A consiglieri ha espresso solidarietà il candidato sindaco del PIT. «Nemmeno la festività pasquale, giornata religiosa di conciliazione – ha rimarcato Nardone -, ha fermato una vera e propria barbarie a danno dell’immagine di sei ex consiglieri comunali. Un manifesto indegno, esposto al pubblico in spregio anche alle leggi di affissione elettorale, ha leso l’onorabilità di sei persone perbene, tacciandoli con epiteti non consoni alla campagna elettorale ma, in particolare, alla giornata festiva che si celebrava. La firma apposta con due simboli partitici è anche la firma di rappresentanti politici ed istituzionali, nonché l’ex sindaco, che fanno riferimento a quei simboli. È un episodio di una gravità assoluta che segna la degenerazione di un certo modo di far politica. Per tali ragioni esprimo la mia piena solidarietà umana, prima ancora che politica, per sei persone che hanno l’unica colpa di aver scelto, in assoluta libertà d’animo e di pensiero, il loro cammino politico. Quando non si rispetta la libertà ed il pensiero altrui c’è sempre di che preoccuparsi».

Sulla vicenda è intervenuto anche il candidato di Tel Nicola Boccalone: «Che pena questo Pd. Un atteggiamento miserevole che conferma la “profondità” della proposta politica. Se per davvero fa dell’etica politica la sua icona, il Pd faccia dimettere il candidato Sergio Tanga dalla presidenza della Gesesa e spieghi perché chiese le dimissioni di Damiano e perché non voleva ricandidare Pepe».

 

 

IL MATTINO

Martedì 26 Aprile 2011 – 12:14 Ultimo aggiornamento: 12:16

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