CGIL, scelta netta e chiara: no al referendum costituzionale

Abbiamo avuto modo di riscontrare come l’iniziativa messa su dalla CGIL, venerdì scorso, provando a mettere a confronto i diversi punti di vista, sul voto che vedrà impegnati tutti i cittadini italiani, il prossimo 4 dicembre, sul referendum Costituzionale, abbia suscitato non poco interesse.
Non ci era mai capitato di avere illustri commentatori, che nonostante non abbiano partecipato alla discussione, avendo appreso dalla stampa le varie posizioni,  hanno ritenuto opportuno e doveroso commentare.
Forse poca discussione in casa propria, spinge a guardare in casa di altri, la CGIL continuerà la sua campagna di informazione rispetto al Referendum Costituzionale, spiegando le proprie ragioni del NO, avendo davvero rispetto per le posizioni di tutti, non ci è mai appartenuto quel modo di pensare, che se è diverso dal nostro, sono tutti ciarlatani, imbroglioni o deficienti.
In attesa, di vedere qualche atro bel dibattito sul tema, così come quello di venerdì scorso, ribadiamo le nostre convinte ragioni del NO.
Non è la Riforma Costituzionale che darà maggiore stabilità al Governo. La stabilità di un Governo dipende dalla solidità della maggioranza parlamentare che lo sostiene.
Il nuovo Senato, per composizione e  funzioni, non sarà realmente rappresentativo di Regioni e autonomie locali e non avrà la possibilità di incidere realmente sulle leggi che riguardano i territori.
La Riforma non allarga gli spazi di rappresentanza e non da adeguate garanzie alle minoranze politiche. E’ tutto rimandato a modifiche dei regolamenti e leggi future, e alla legge elettorale.
L’introduzione  del “voto a data certa” per i provvedimenti proposti dal Governo, in assenza di limiti quantitativi e qualitativi, attribuisce all’esecutivo la possibilità di dettare l’agenda parlamentare, rompendo l’equilibrio tra poteri.
Non sarà più necessaria una larga maggioranza per eleggere il Presidente della Repubblica.

ARTICOLI CORRELATI