Consiglio Provinciale: no a pedaggio su raccordo Bn – Castel del Lago

Nel documento, il Consiglio provinciale,  ha sottolineato che il Sannio è interessato dal raccordo Castel del Lago – Benevento, infrastruttura essenziale per i collegamenti con l’autostrada Napoli – Bari e verso Roma.
La misura si scontra, sostiene il Consiglio provinciale, con la realtà di fatto che vede il Sannio essere l’unica provincia campana a non essere toccata dalla rete autostradale, tanto è vero che lo stesso raccordo non ha affatto le caratteristiche, così come indicate dal Codice della Strada, di infrastruttura autostradale (sebbene ne abbia il nome). Mancano, infatti, le corsie di emergenza, le recinzioni,  i sistemi di assistenza all’utenza: ne consegue, sostiene il Consiglio provinciale, che «non sussistono le condizioni per poter legittimamente imporre il pedaggio a carico dei cittadini utilizzatori del servizio».
Il Consiglio, inoltre, ha rimarcato un altro concetto: la viabilità alternativa, cioè la statale 7 Appia, ad una sola corsi per senso di marcia, «non è assolutamente in grado di reggere un sicuro aumento del traffico veicolare conseguente all’onerosità della percorrenza del tratto di raccordo parallelo alla stessa».
Dalla Rocca dei Rettori, dunque, l’Assemblea consiliare ha voluto esprimere «ferma contrarietà nei confronti di un provvedimento immotivato e privo di reali vantaggi per gli automobilisti, ma che in compenso rappresenta anche un ulteriore colpo all’economia provinciale».
Il Consiglio ha dunque chiesto a voti unanimi alla deputazione regionale e nazionale d’intervenire presso gli organi competenti dell’ANAS affinché la decisione possa essere rivista in quanto:
«1) il raccordo non ha le caratteristiche di tratto autostradale;
2) il pagamento del pedaggio non può avvenire senza l’intervento di adeguamento dello stesso alle caratteristiche di autostrada;
3) la viabilità alternativa è del tutto inadeguata e necessita, prima che il raccordo sia reso a pagamento, di significativi interventi strutturali, anche in ossequio al contenuto dell’ordine del giorno a firma dello stesso senatore Cosimo Izzo al Disegno di legge n. 2323, accolto peraltro dal Governo centrale,  in sede di approvazione del provvedimento».  
 

ARTICOLI CORRELATI