Conto consuntivo: smascherato il bluff del centrosinistra

Gli amministratori di oggi, oppositori di ieri, per anni, hanno manipolato le coscienze pur di affermare che il Comune di Benevento era maturo per ripetere, finanziariamente, l’esperienza politica conclusasi con il dissesto del 1993, pari a circa 300 miliardi, dopo che si erano gestiti nel corso del decennio 1982/92, circa 800 miliardi di soli fondi ex legge 219 e 700 miliardi per fondi statali in conto gestione.Quello è stato il punto di partenza dell’esperienza di centrodestra. Minacce di distacco delle utenze, memorabili difficoltà di pagare gli stipendi ai dipendenti: era questo lo scenario dell’epoca, accompagnato poi dall’impossibilità, fino al 1999, di contrarre mutui per avviare politiche di rilancio e di investimento dell’azienda Comune e di quelle di sua emanazione.Le giunte Viespoli e D’Alessandro, nel periodo 1994-2006, con senso del dovere, hanno dato vita ad un incessante lavoro di ricomposizione e ricostruzione dell’Ente, sapendo cogliere tutte le opportunità che, dopo 13 anni, hanno permesso di recuperare il deficit del dissesto, facendo riconquistare così al Comune dignità, prestigio e ruolo fondamentale nel sistema economico locale.Per lungo tempo la bugia ha prevalso sulla verità. Soprattutto la voglia di cambiare ha fatto perdere la lucidità ai cittadini quando sono stati chiamati a scegliere tra concretezza e efficienza e le evanescenti promesse che, spesso, fanno presa, facendo ignobilmente leva sul bisogno.Il rendiconto di gestione 2005 è il punto di arrivo di dell’esperienza sindacale Viespoli -D’Alessandro, per tutto quello che si è costruito in termini finanziari, di programmazione urbanistica e lavori pubblici, di struttura organizzativa, di contenimento del contenzioso e di ripatrimonializzazione dell’ente. Elaborato da soggetti estranei alla nostra vicenda politica e amministrativa, è risultato ugualmente insopprimibile il risultato positivo di un avanzo di amministrazione pari a circa 1.500.000 di euro, di cui 750.000 circa saranno anche patrimonio politico di questo consiglio comunale. E’ appena il caso di sottolineare che la vicenda politica Viespoli – D’Alessandro ha determinato un saldo positivo di oltre 400 miliardi, così sinteticamente enucleati: 150 per minor costo della definizione del dissesto, 150 per fondi di finanza derivata per appalti di opere pubbliche ideate, progettate e realizzate senza contenzioso al seguito, 100 per idee e livelli avanzati di progettazione, assistiti da finanza e da appaltare, come è già avvenuto per i primi 50 nel dicembre 2006. Questa è l’eredità che abbiamo lasciato all’amministrazione Pepe che invece di apprezzarne contenuti e valenza, ha continuato imperterrita l’azione di demonizzazione di un’esperienza politica che ha cambiato significativamente il volto della città. L’avanzo, determinato dagli uffici del Comune, ha il pregio di ristabilire la verità, vincendo la menzogna, facendo risaltare le falsità che per anni hanno rappresentato le fondamenta di tutte le argomentazioni politiche di quella minoranza, oggi maggioranza, che ha saputo, poi, egregiamente corrompere l’anima e cogliere la psicosi di cambiamento della città.Il risultato positivo dell’intera gestione è ancor più significativo se solo si pone mente al fatto che, nel tempo, ha subito il vaglio di molteplici organismi e istituzioni di controllo, sollecitati da interrogazioni parlamentari, ricorsi al Tar avverso conti consuntivi e sistemi tariffari, denunce alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica, compulsazione della Prefettura, accessi della Guardia di Finanza per verifiche e controlli sui residui attivi e passivi dell’ente. La compagine governativa guidata dal sindaco Pepe conosce molto bene la storia degli ultimi tredici anni ma non ha resistito a fomentare quella piazza che l’ha proclamata vincitrice ma che, però, tra non molto sarà pronta ad assediare il Palazzo, perché delusa e defraudata nelle proprie coscienze. Nicola BoccaloneConsigliere comunale

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