FP CGIL BENEVENTO : “TANTI PROCLAMI E POCHE CERTEZZE PER I LAVORATORI DEL SETTORE DEI RIFIUTI DI QUESTA PROVINCIA”

Ancora una volta la scrivente sigla sindacale è costretta, con rammarico, a denunciare il perdurante del
corto circuito intervenuto tra le istituzioni provinciali preposte a gestire il ciclo integrato dei rifiuti urbani
del territorio.
Un ciclo, quello dei rifiuti, che nella nostra provincia non riesce a chiudersi… un cerchio (o una torta come
vorrebbe qualcuno) frantumato. Pezzi del cerchio che gravitano attorno ad un servizio che funziona male e
che invece di generare ricchezza genera miseria. Un comparto che potrebbe essere un importante indotto
ma che resta fermo al palo inchiodando molti lavoratori al muro della precarietà e condannando i cittadini
sanniti al pagamento del tributo più alto d’Italia.
L’Ente di Ambito (EDA) doveva governare tale ciclo ma dalla sua costituzione (2017) non risulta alcun passo
in avanti nella definizione del ciclo. Ad oggi nulla o quasi nulla è stato realizzato. Non si è riusciti nemmeno a
definire un piano industriale serio ed efficiente.
La questione che rende maggiormente paradossale la vicenda della gestione dei rifiuti è, sicuramente, quella
dello STIR di Casalduni che dall’agosto 2018, mese in cui avvenne l’incendio che ha bloccato l’impianto del
trattamento del rifiuto secco indifferenziato, non è più ripartito. Sull’ impianto di Casalduni restano in piedi
tutte le problematiche nonostante a più riprese la regione Campania abbia messo in campo notevoli risorse
economiche.
Resta il fatto che i circa 30 lavoratori dipendenti della società Samte, impegnati sulla struttura di
Casalduni, vengono ingiustamente penalizzati e mortificati restando in attesa di risposte circa il proprio
futuro lavorativo da quasi 6 anni.
I cittadini del Sannio che, come detto, sono destinati a dover esborsare un tassa salatissima nonostante
abbiano un comportamento virtuoso nel differenziare i rifiuti.
Con la chiusura dell’impianto della Provincia di Benevento i rifiuti vengono conferiti all’impiantistica delle
altre province campane (principalmente di Avellino e Caserta) a costi maggiorati del 30/40% rispetto ad un
conferimento in loco.
La politica, con i propri esponenti nelle istituzioni a partire dall’EDA e dalla Provincia, – deve delle risposte
urgenti a tutta una comunità e deve spiegare come mai dopo 6 anni non si è riuscito a ripristinare nemmeno
una delle due linee in funzionamento presso l’impianto per il trattamento dei rifiuti. Diviene evidente del
completo fallimento della gestione del sistema integrato della gestione dei rifiuti in questa provincia, e
sarebbe onesto, che le Istituzioni Territoriali in qualche modo ne prendessero atto.
Per il sindacato, la gestione del sistema rifiuti, deve avvenire attraverso un sistema integrato di gestione
oculata che agevoli una economia circolare del territorio che diventi il viatico per arginare sacche di malaffare
che rischiano di riportare seri riverberi negativi sulla filiera del ciclo e quindi ancora una volta su cittadini e
lavoratori del comparto. Inoltre, il perdurare di questa situazione, potrebbe indurre la corte dei conti, a
definire la stessa gestione come “mala gestione”.
Non è un caso, che i titoli dei giornali a più ripresa, riprendono di volta in volta con evidenzia i tanti convegni
tra regione, provincia e comuni sulla questione del ciclo dei rifiuti in attesa di annunciare soluzione definitiva
dell’annosa questione.
Sono queste le motivazioni che ci hanno spinto a richiedere con urgenza, un incontro congiunto tra fp cgil
uiltrasporti e fit cisl con i vertici della Provincia, dell’Eda, della Samte, e con l’Assessore all’Ambiente del Comune di Benevento.

 

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