Idv: Le dichiarazioni diffuse dal sottosegretario Viespoli lasciano davvero sgomenti, e per almeno due ragioni.

La seconda ragione è probabilmente meno prevedibile – almeno di questi tempi – ma infinitamente più grave: attaccare un giornalista, accusarlo di essere “funzionale”, deprecandone il lavoro laddove questo non risulta gradito, gridare al “killeraggio mediatico” e invocare un complotto tra carta stampata e politica senza fornire ovviamente alcun riscontro e solo perché un’intervista finisce per essere scomoda per la propria parte, sono tutti comportamenti inadeguati alla statura di un politico, assolutamente stigmatizzabili in quanto prevaricatori, impregnati di accanimento censorio e in definitiva antidemocratici.
Conosciamo il lavoro di Gianni De Blasio, la sua integrità di professionista, la sua equanimità di commentatore politico, la sua indiscutibile correttezza deontologica, tutte qualità ampiamente dimostrate anche nel corso dell’ultima campagna elettorale, quando sulle pagine del “Mattino” si sono avvicendate, ognuna con il proprio spazio, le diverse voci del quadro politico. E dunque consideriamo questo attacco un gesto deplorevole, inaudito, che getta fango su colui che l’ha lanciato, piuttosto che sul bersaglio voluto.
Crediamo che De Blasio saprà difendersi molto bene da solo da questa indecente aggressione. Ma non per questo ci sottraiamo al dovere di esprimere la nostra solidarietà a chi semplicemente fa il suo mestiere, con serietà e rigore. E, citando non a sproposito la celebre orazione funebre pronunciata da Moravia per Pasolini, ricordiamo al senatore Viespoli che come “non si uccidono i poeti”, così “non si spara sui giornalisti”.

Italia dei Valori
Segreteria provinciale     

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