Il Sindaco Pepe chiede di rimuovere Fiorenza dal vertice della GESESA

Il nodo politico da chiarire in tempi brevi è quella sorta di ambiguità che il Pd attribuisce al sindaco: Fausto Pepe, in sostanza, non può immaginare di stare all’interno del partito e, nel contempo, alimentare l’allestimento di liste civiche, a partire da ”Lealtà per Benevento”. La proliferazione di formazioni civiche di certo non può andare a danno dei bersaniani. Questo, in sintesi, il messaggio emerso dalla cena organizzata da Del Basso De Caro, cui hanno preso parte assessori e consiglieri comunali del partito (unico assente Sergio De Marco), nonché il neo segretario provinciale Mino Mortaruolo, Nino Del Vecchio, Luigi Perifano, Graziella Gaudiello, Mirko Francesca, Marco Silvestri e Gino Abbate. Per il resto, la ricandidatura dell’attuale primo cittadino è fuori discussione, il Pd punterà su di lui proponendolo alla coalizione. Un’alleanza, però, tutta da costruire, visto che rispetto al 2006, il quadro politico è letteralmente rivoluzionato, con l’Udeur da un’altra parte, Margherita e Ds si sono fusi nel Pd, lo stesso Sdi non c’è più per lasciare il posto all’Api, oltre al fatto che nell’esecutivo comunale la Sinistra, all’epoca presente con gli assessori Medici e De Toma, oggi non è più rappresentata. Insomma, uno schieramento da organizzare pressoché ex novo attorno alla figura di Fausto Pepe: qualora le componenti della coalizione non dovessero sollevare problemi nel condividerne l’opportunità che a guidarla sia lui, ecco che di fatto andrebbe a cadere la necessità delle primarie. In caso di perplessità da parte di qualche alleato, via alla consultazione preventiva. Da questo punto di vista, quindi, il sindaco non deve temere alcunché; nessuno, almeno scopertamente, gli preparerà trabocchetti. A patto che vengano diradate le nubi nel rapporto con i ”Lealisti”, altrimenti definiti ”il gruppo del sindaco”, per la quasi totalità assessori e consiglieri ex Udeur rimasti fedeli a Fausto Pepe. Sì, perché una cosa deve essere acclarata senza alcun margine di interpretazione dubbia: l’alleanza va contratta fra partiti, anche se ciò non significa che le liste civiche saranno vietate, solo che, così come già accaduto alla Provincia, i partecipanti, gli eventuali eletti soprattutto, dovranno poi confluire in un gruppo di partito, qualsiasi esso sia. Anche se, è ovvio, il Pd confida di poter accogliere nel proprio alveo gli esponenti di ”Lealtà per Benevento”, i quali, dopo aver già fatto campagna elettorale pro Pd alle Regionali, potrebbero presentarsi alle Comunali sotto l’egida bersaniana. UNica pregiudiziale è che Pepe scarti l’idea di riottenere la candidatura in quanto esponente del Pd per poi sponsorizzare la ”sua” lista. Questo, pure per prevenire equivoci in caso che il successo del 2006 fosse ripetuto, in particolare quando si dovrà ridefinire i nuovi assetti, con un Pd che dovrebbe ”caricarsi” un sindaco che, elettoralmente, avrebbe invece sponsorizzato candidati che nel partito non hanno alcuna intenzione di confluire. A quel punto, il Pd si sentirebbe beffato poiché i ”Lealisti” si ritroverebbero legittimati a sedersi al tavolo delle trattative per la spartizione delle poltrone, decurtando in tal modo quel 50% di prebende che i bersaniani immaginano di poter portare a casa se confermeranno di essere la metà della coalizione. È evidente che il Pd auspica che Fausto Pepe fosse considerato il sindaco della coalizione, quindi non attribuibile al Pd al momento di riconoscere posti in giunta e quant’altro in fatto di nomine. Nel corso del dibattito svoltosi al ristorante ”Il Melograno” di Bagnara, con gli interventi di Zarro, Nino e Raffaele Del Vecchio, Perifano, Ionico, Abbate, Velleca, Lepore e Lucarelli, non sono mancati, però, rilievi critici all’operato dell’amministrazione comunale e dello stesso Pepe. Non a caso, il neo segretario Mortaruolo dovrà assumere subito un’iniziativa finalizzata a verificare i numeri della maggioranza, individuando le priorità da portare avanti in quest’ultimo scorcio di consiliatura. E, allorquando si è parlato delle difficoltà amministrative, alcuni assessori non hanno esitato ad ammetterle. Per superare gli aspetti critici, Del Basso ha ipotizzato pure un rimescolamento di deleghe fra i componenti della giunta. In definitiva, parleremmo di un incontro di studio, visto che, nonostante il sindaco volutamente non fosse invitato, molti partecipanti hanno preferito starsene abbottonati. Di sicuro si può dire che non è emerso un grande afflato del Pd con il sindaco ed il ”suo” gruppo di ”Lealisti”.

IL MATTINO 2 Luglio 2010 – Gianni De Blasio

 

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