Migranti: in video e messaggi l’orrore del Cpr di via Corelli, pm ‘condizioni inumane’

Milano, 14 dic. (Adnkronos) – Immagini, video con tanto di audio e chat whatsapp in cui ex operatori e migranti del Cpr di via Corelli a Milano raccolgono l’orrore all’interno della struttura. Una galleria che nel provvedimento della procura di Milano, che ha disposto il sequestro d’urgenza, è incasellato in categorie e sottocategorie con descrizioni che lasciano poco all’immaginazione. Divise per argomento (vitto, condizioni di salute dei trattenuti, igiene dei luoghi, condizioni dei bagni) la loro visione “è molto più eloquente di qualsiasi discorso”. Nel provvedimento di circa 160 pagine ci sono immagini dello stato fatiscente dei luoghi, ma anche dei tanti gesti di autolesionismo degli ospiti che reclamano condizioni migliori. Un uomo si ‘cuce’ le labbra con del filo di ferro in segno di protesta, altri si procurano ferite, altri ancora inviano messaggi in cui la morte sembra preferita a questa ‘detenzione’ in quello che più testimoni definiscono “un lager” con condizioni “che neppure i cani”.

Un testimone racconta: “Vi era una situazione di estremo degrado, non vi era una situazione umana; ho visto gente ‘svalvolata’ con problemi psichiatrici, gente che chiedeva medicinali di cui non aveva bisogno per poi darli ad altri, i quali ne ricavavano sostanzialmente stupefacente”. E sotto alcune immagini eloquenti un ospite scrive: “Questa è la discarica dove viviamo”. Sotto inchiesta è finita la società Martinina che gestisce i 72 posti di via Corelli, dopo essersi aggiudicato un appalto assegnato dalla Prefettura di quasi 4,4 milioni di euro l’anno. Le immagini ‘rubate’, così come le relazioni redatte dall’ex senatore De Falco e dai componenti dell’associazione Naga che visitano la struttura, insieme al racconto di ex dipendenti del Cpr, restituiscono “un quadro davvero inquietante delle conseguenze sulla salute (sia fisica che psichica) e sulle condizioni di vita degli ospiti della truffa perpetrata dalla Martinina srl” scrivono i pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri.

Dall’attività istruttoria emerge che il Cpr “è un luogo dove la gestione è connotata da una sfera di ‘segretezza e opacità’, dove è difficile ottenere trasparenza. Il tutto ovviamente è diretto ad occultare la frode perpetrata” ossia il risparmio ai danni degli ospiti – lasciati senza vestiti o nutriti con cibo scaduto – con “pesantissime ripercussioni sulla vita degli ospiti di via Corelli, ridotti in condizioni che non pare esagerato definire disumane”.

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