Misura 123 del Psr con limiti dimensionali, Colasanto a difesa dei piccoli frantoi oleari

Oggetto del contendere, il bando di attuazione della misura 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali” settore Olio di oliva che prevede che ‘gli impianti oggetto di agevolazione devono disporre di una superficie coperta di almeno 600 mq, di cui non meno di 500 destinati alle linee di lavorazione e imbottigliamento e dovranno trasformare almeno 6.500 q.li di olive/anno…’”. Per Colasanto, che è componente della commissione Attività Produttive dell’Assemblea campana, “tale limite dimensionale aziendale (superficie) e quantitativo (q.li lavorati) non trova riscontro nella misura 123 del PSR, approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 1 dell’11/1/2008, attuata dal sopracitato bando”. Nell’interrogazione, il deputato regionale sannita evidenzia “che la misura 123, in coerenza con quanto contenuto nell’allegato 1 del PSR, per il settore agroalimentare e florovivaistico, specifica ‘che possono beneficiare dell’intensità massima delle agevolazioni previste dalla misura le imprese classificabili ai sensi della Raccomandazione 2003/361/CE come micro, piccole e medie imprese’”. Raccomandazione che all’articolo 2 dell’allegato I, contiene la testuale definizione di piccole e medie imprese: ‘1. La categoria delle microimprese delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EUR. 2. Nella categoria delle PMI si definisce piccola impresa un’impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di EUR. 3. Nella categoria delle PMI si definisce microimpresa un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di EUR’. “Il Bando di Attuazione della misura 123 settore Olio di oliva esclude dai finanziamenti anche gli impianti destinati alla molitura delle olive in conto terzi che non svolgono l’intero ciclo produttivo, caratterizzato dalle fasi di trasformazione, imbottigliamento e commercializzazione”, lamenta inoltre Colasanto. Il quale è categorico: “Il Bando di Attuazione contrasta con la misura attuata, laddove introduce arbitrariamente requisiti dimensionali e quantitativi non previsti dalla misura stessa che, invece, contempla tra i beneficiari le microimprese, piccole imprese e medie imprese come definite a livello comunitario in base ai requisiti occupazionali e reddituali. D’altro canto – prosegue – così come predisposto il Bando di Attuazione consentirebbe a soli 20/25 grandi frantoi sui circa 500 totali attivi in Campania di accedere alle agevolazioni della misura 123. E ciò mi sembra una penalizzazione eccessiva per tante piccole e medie aziende che non potrebbero accedere ai finanziamenti”. Non lesina una stilettata all’assessorato alle Attività Produttive che “ha ignorato i suggerimenti dell’Associazione Nazionale Frantoi Oleari la quale chiedeva una revisione dei requisiti dimensionali e quantitativi”. Quindi, il consigliere regionale Colasanto interroga il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore Delegato al fine di sapere: “Perché il Bando di Attuazione è in netto contrasto con la misura 123 del PSR e con le normative comunitarie; quali provvedimenti intendano adottare affinché i requisiti dimensionali e quantitativi del Bando di Attuazione della misura 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali” settore Olio di Oliva vengano rivisti in coerenza con il PSR e con le Raccomandazioni della Comunità Europea”.Il deputato regionale sannita non si è limitato alla sola interrogazione. Contemporaneamente, infatti, ha inviato una nota al presidente della commissione Attività Produttive del Consiglio Regionale, Giuseppe Sarnataro, con la quale sollecita “la convocazione, alla ripresa delle attività, di un’audizione con l’assessore alle Attività Produttive per lavorare ad una soluzione che non danneggi l’intero comparto oleario”.

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