Mo: Petraeus, ‘risposta Israele arriverà ma non ci sarà un’escalation’

Washington, 16 apr. (Adnkronos) – “Quel che è successo l’altra notte è stata una grande vittoria per Israele, una dimostrazione del successo di un sofisticato e funzionale schema di difesa aerea contro droni e missili. Grazie all’assistenza di britannici e americani l’attacco è stato sventato. Ma sarebbe sbagliato limitarsi a questa considerazione, quanto avvenuto è il primo attacco iraniano sul suolo israeliano. E questo cambia la dinamica”. Lo dice alla Stampa il generale David H. Petraeus, già capo della Cia, spiegando che adesso “il Consiglio di guerra israeliano valuterà la necessità di una risposta. Avverrà nei modi e nei tempi che la leadership israeliana sceglierà. Ritengo che faranno sì che questa risposta non genererà ulteriori accelerazioni del conflitto”.

Secondo il generale, Israele “tiene anzitutto aperta la via diplomatica, prima vedrà cosa Stati Uniti e i Paesi del G7 faranno in termini di sanzioni. E guarderà anche alle azioni Usa nella regione. Il Comando Centrale Usa sta analizzando se servono ulteriori strumenti partendo da diversi scenari: si ragiona su cosa direttamente possono fare le forze iraniane e poi non dimentichiamo la capacità offensiva delle cosiddette milizie filoiraniane nella regione. I risultati di queste analisi arriveranno poi al Pentagono e lì il segretario Austin e il suo staff decideranno”.

“L’offensiva di Teheran – dice ancora Petraeus – ha riacceso l’attenzione sulle attività maligne dell’Iran e dei suoi proxy e ha generato solidarietà, simpatia per le posizioni israeliane. Detto questo, la leadership dello Stato ebraico sa che deve ancora distruggere i quattro rimanenti battaglioni di Hamas. E per citare quanto ha detto Gantz, ministro della Difesa: ‘Non mandi i pompieri per spegnere solo l’80% delle fiamme’. È imperativo che gli israeliani si sforzino per ridurre al minimo le vittime civili, garantire l’accesso di un livello sufficiente di aiuti umanitari a Gaza e comincino a ripristinare i servizi fondamentali e a ricostruire le case distrutte e le infrastrutture. Questo è anche il momento in cui Israele potrebbe lanciare, così facendo, il messaggio alla popolazione che la vita per i civili a Gaza sarà migliore senza Hamas”.

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