Prescrizione, 5 giorni sciopero penalisti. “Cittadini in balia tribunali per tempo indefinito, è aberrante”

Le ragioni della protesta contro l’entrata in vigore, a decorrere dal primo gennaio del 2020, della dirompente riforma della prescrizione, realizzata mediante la norma recata dalla legge c.d. Spazzacorrotti, che di fatto segnerà l’abrogazione dell’istituto dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, con il concreto rischio per i cittadini coinvolti di restare “imputati per sempre”, sono state illustrate questa mattina presso la sala del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del Palazzo di Giustizia a Benevento.

Prescrizione, 5 giorni sciopero penalisti. “Cittadini in balia tribunali per tempo indefinito, è aberrante”

Protagonisti dell’incontro il Presidente della Camera Penale, Avv. Domenico Russo, il componente dell’Organismo Congressuale Forense, Avv. Francesco Del Grosso, ed il Presidente dell’Ordine degli Avvocati, Avv. Alberto Mazzeo.

Ricordiamo che l’Unione delle Camere penali ha proclamato cinque giorni di sciopero, dal 21 al 25 ottobre prossimi, contro lo stop della prescrizione dopo il primo grado di giudizio, che entrerà in vigore il primo gennaio dell’anno prossimo.

“Il Ministro della Giustizia ha pubblicamente dichiarato che nessun intervento è previsto su quella norma, mentre il Partito Democratico, ha formulato, sul punto, riserve assai blande”, protestano i penalisti, che parlano di principio “aberrante” e avvertono che così “il cittadino resterà in balia della giustizia penale per un tempo indefinito”.

I penalisti giudicano “manifestamente inverosimile il proposito, pure sorprendentemente avanzato dal Ministro, di un intervento di riforma dei tempi del processo penale prima della entrata in vigore della riforma della prescrizione, cioè entro il 31 dicembre 2019”.

Per questo ritengono che il cittadino resterà in balia della giustizia penale “fino a quando lo Stato non sarà in grado di celebrare definitivamente il processo che lo riguarda”, come denunciato dall’ “intera comunità dei giuristi italiani”.

Ed “è chiaro a tutti gli addetti ai lavori, anche alla magistratura, che l’entrata a regime di un simile, aberrante principio determinerebbe un disastroso allungamento dei tempi dei processi, giacché verrebbe a mancare la sola ragione che oggi ne sollecita la celebrazione”.

I penalisti protesteranno di fatto per una intera settimana, non solo disertando le udienze, ma anche astenendosi “da ogni attività giudiziaria”.

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