Salario minimo: Catalfo (M5s), ‘grande sostegno per nostra pdl, Meloni non resti sorda’

Roma, 16 ago. (Adnkronos) – “L’obiettivo è raccogliere quante più firme possibili. Ascoltare e coinvolgere i cittadini e i lavoratori è un dovere per chi siede in Parlamento. A giudicare dalla risposta di questi primi giorni, in cui è stato tagliato il traguardo delle 200mila firme, mi sembra che quello del salario minimo sia un tema molto sentito da tutti. Soprattutto da alcune fasce della popolazione come giovani e donne. Spero che Meloni e la sua maggioranza non restino sordi”. Lo ha detto l’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, del Movimento 5 stelle, in un’intervista a Fanpage parlando della raccolta firme a sostegno della pdl sul salario minimo legale. L’incontro di venerdì scorso a Palazzo Chigi, per lei, era “l’occasione per entrare nel merito della questione. Così non è stato. Ci sono già stati diversi mesi di discussione in commissione alla Camera e tante audizioni fra cui anche quella dei rappresentanti del Cnel. Il fatto che si rimandi ancora dimostra plasticamente che il governo non ha un’idea precisa su come affrontare il problema del lavoro povero”.

Per Catalfo, “Meloni sbaglia” quando contrappone contrattazione collettiva e salario minimo perché “l’articolo 2 della nostra pdl rafforza la contrattazione – ha sottolineato -: c’è scritto che per definire una retribuzione proporzionata e sufficiente ai sensi dell’articolo 36 della Costituzione si deve guardare ai contratti collettivi nazionali stipulati dai sindacati e dai datori di lavoro comparativamente più rappresentativi a livello nazionale. La soglia minima di 9 euro lordi l’ora che noi individuiamo entra in gioco solo nel caso in cui il suddetto Ccnl abbia un trattamento minimo inferiore”, quindi “se c’è un contratto che ha un trattamento minimo di 10 euro l’ora, per quello non cambia nulla”.

Tornando al Cnel, “il suo presidente Brunetta si è detto apertamente contrario al salario minimo”, ha ricordato la coordinatrice del Comitato per le politiche del lavoro dell’M5S. “Una cosa deve essere chiara: non siamo disponibili a ulteriori perdite di tempo e a compromessi al ribasso. In Italia i salari sono schiacciati dall’inflazione e, come confermato dai dati dell’Ocse, negli ultimi trent’anni sono diminuiti del 2,9% mentre in tutti gli altri Paesi sono aumentati. Bisogna tutelare tutti i lavoratori, non solo una parte come ho sentito vorrebbe fare la maggioranza”, ha concluso.

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