Viespoli: nessun colpo di scena, vogliamo solo ascoltare il Premier

Anche Berlusconi la pensa così. Se c’è tanta sintonia perché non dite fin da subito che voterete sì? Cercate la suspence o temete qualche colpo basso? «Ma quale suspence! Dire che prima di decidere ascolteremo è quasi una ovvietà. Noi siamo convinti che il presidente del Consiglio approfitterà della circostanza per volare alto. Noi ce lo auguriamo. Tuttavia è giusto e corretto aspettare di sentirlo anche per il rispetto che si deve al dibattito in Parlamento. È una clausola di stile». Se in Fli ci sono falchi e colombe, ora si può dire che ha vinto la pattuglia di cui lei fa parte. «Ma l’ha mai vista una colomba da circa 100 chili». Neanche un falco, per la verità. «Scherzi a parte, capisco la semplificazione giornalistica, l’esigenza di sintesi. Ma tra di noi c’è stato semplicemente un confronto aperto che appartiene al processo di verità della politica». Veramente si è avuta l’impressione di un confronto acceso. «È attraverso la dialettica che si ottiene la compattezza. L’unico elemento rilevante è che, alla fine di un percorso di franco confronto, si sia giunti a una condivisione». Se Berlusconi parlasse di processo breve o di tornare al testo iniziale sulle intercettazioni che cosa accadrà? «Ascoltiamolo questo presidente del Consiglio. Non sono prevenuto». Massima disponibilità, dunque? «Sono convinto che Berlusconi abbia la consapevolezza che la leadership è capacità di realizzare una sintesi politico-istituzionale alta, con l’obiettivo di ricucire non in maniera autoreferenziale all’interno di uno schieramento, ma piuttosto di recuperare la frattura che si è creata tra politica, istituzioni e cittadini. Quanto più l’intervento del premier si muoverà su questa linea, tanto più convinta sarà la fiducia che gli daremo». Superare il passaggio parlamentare, però, rischia di risolvere ben poco. Che cosa accadrà poi giornalmente nelle commissioni? «Non credo che si debba banalizzare un momento che, attraverso il voto di fiducia, è stato reso importante e significativo. Senza dimenticare che noi siamo sempre stati fedeli al programma di governo. La questione emersa è più che altro di natura politico-partitica, non riguarda l’azione dell’esecutivo. Nessuno nega che ci sia bisogno di un’accelerazione sul versante riformista, ma le divergenze all’interno del centrodestra sono state non una conseguenza di quanto accaduto nel governo, bensì nel Pdl». Dove è finita la richiesta di un vertice di maggioranza con Fli, prima del voto? «Non c’è mai stata la richiesta di una sorta di caminetto – roba già vista e vecchia – ma semplicemente l’esigenza di una condivisione della definizione parlamentare del dibattito. Del resto che esista ”la terza gamba” è un dato di fatto: lo ha riconosciuto anche il ministro Alfano».

IL MATTINO 29 settembre 2010

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