Vittoria Piccolo, la ragazza del juke box

Nel ’57 la hit parade dei dischi più venduti negli USA vedeva al primo posto "Tammy" diDebby Reynolds,attrice più che cantante, tallonata dalla romantica "Love letters in the sand" per la voce diPat Boone; terzoElvis Presley con lo scatenato "All shook up". Nella graduatoria appariva, al decimo posto, anche "Diana" del sedicennePaul Ankache cantava, da tutti i juke box, un grande amore, il suo, per una ragazza più grande.Claudio Villa e Nunzio Gallo, a Sanremo, vincevano il Festival con"Corde della mia chitarra", ma piacevano "Il pericolo numero uno", "Casetta in Canada", "Malinconico autunno"e il grande successo deiPlatters, "Only you". Era il momento degli “urlatori”,Tony Dall’araeBetty Curtis. Gli "urlatori", così approssimativamente definiti, non furono portatori di un vero e proprio stile musicale, ma personaggi, per il nostro panorama, inediti e moderni che, ospiti del “Musichiere” di Mario Riva e di Mike Buongiorno di “Lascia o raddoppia” si fecero conoscere così da tantissimi entusiastici telespettatori già convertiti al rock’n’ roll.
Benevento era ferma a "Santa Lucia luntana", "Terra straniera"e"Canzone da due soldi". Improvvisamente, però, apparve in spettacoli ENAL una ragazza "lunga lunga" con un nome controsenso,Vittoria Piccolo. Vittoria cantava con entusiasmo, rifacendosi a Petula Clark,Jenny Luna,Betty Curtis, ma con uno sguardo anche a Mina, allorché presentava "Folle banderuola","Le mille bolle blu”, “Una zebra a Pois”. Dall’apparente disinvoltura interpretativa, Piccolo univa la capacità di fare propri i testi. La cantante divenne, così, una voce yè-yè e non poche giovanissime si identificavano, finalmente, con la stellina "fatta in casa". Seguirono tanti impegni per "l’urlatrice", con il complesso "Alba", diretto da Mario Lamparelli, "Hula-Hula" diRaffaele Russo, "The Forgers" di Geppino De Masi, e con Gigi e i Nomadi.
"Vivacità e brio" furono alcune delle tante espressioni riportate dai quotidiani del ’61, allorché cantò "M’ha baciata" nel fuori programma del "Primo microfono d’oro" – città di Benevento – con "The Marines" diPino Salzano. E, del suo magico momento ricordo "Midi midinette", "Passion flower" e "Tintarella di luna", con le quali "aggredì" il pubblico del "Secondo festival della canzone", le sere del 7-8 maggio del ’62, ancora con "The Marines". Il repertorio della cantante si caratterizzava in equilibrio perenne tra semplicità – ritmo – buon gusto – garbo. Ma quello che colpì sin dal primo incontroPinoedEnrico Salzanofu "l’aggressività" delle sue interpretazioni, con i suoi occhi capacissimi di trasmettere grandi messaggi. Ma i messaggi vennero anche dal corpo, che "amministrava" sapientemente, allorché cantava "Only you", "Cha cha cha della segretaria", "Nessuno”, "Personalità", “Whith all my heart” e la genuina, delicata e sensuale "Due note".
Sfogliando l’album dei ricordi, emozionato, ho rivisto il gruppo della quarta elementare dove appare Vittoria Piccolo che divenne negli irripetibili, affascinanti, magici, scatenati, romantici anni ’60 "l’urlatrice" di "Prendi una matita", "Ti dirò", ma anche di "È vero"di Umberto Bindi, "Come sinfonia"di Pino Donaggio,"Esperame en el cielo"diPaquito Lopez Vidal, “Stupid cupid” di Neil Sedaka.
…Di questo mi resta solo il disco di "Only you"/ Un disco e nulla più!/ Oh-oh Only you".

Enrico Salzano

ARTICOLI CORRELATI