Alimenti: università Bergamo, ‘mangiare cibi a base di insetti? Sì per 1 italiano su 3’

Milano, 17 mar. (Adnkronos) – Un italiano su 3 è favorevole ad acquistare alimenti che contengono insetti commestibili: la maggior parte di loro lo farebbe per soddisfare la propria curiosità e per sperimentare alimenti innovativi. È quanto emerge da ‘Insect Food e Consumatori’, un’analisi realizzata dall’università degli Studi di Bergamo, presentata questa mattina alla presenza del consigliere della Regione Lombardia Giovanni Malanchini, di Ipiff-International Platform of Insects for Food and Feed e di Alia Insect Farm.

Sebbene l’entomofagia, ovvero il consumo di cibo a base di insetti, sia oggetto di crescente interesse mondiale, quella realizzata dall’ateneo di Bergamo non solo è un’indagine che esplora il ‘sentiment’ dei consumatori, ma è anche la prima e più aggiornata profilazione quali-quantitativa, su larga scala, degli italiani in materia. Un’indagine che sfata falsi miti e apre importanti riflessioni. Con l’entrata in vigore nel 2018 della normativa europea (Reg UE 2015/2283) che legittima il consumo degli insetti e la loro appartenenza alla categoria di ‘novel food’, con la conseguente possibilità di allevare e introdurre sul mercato tali insetti e le farine derivate, infatti, il settore è cresciuto notevolmente. E si stima possa crescere ancora: in Europa, in particolare, il valore di mercato del ‘novel food’ si appresta a triplicare, passando da 82 milioni di dollari del 2018 ai 261 milioni previsti nel 20231, aprendo importanti opportunità per le aziende.

Attualmente, il settore europeo degli insetti è composto nella maggior parte da piccole e medie imprese come start up, ma anche grandi aziende che prima erano attive in settori diversi come quello del pet food. Come evidenziato da Ipiff, organizzazione no-profit che rappresenta gli interessi del settore dei produttori di insetti, la produzione si basa su qualche migliaio di tonnellate (volumi destinati sia al settore feed che food), mentre gli investimenti hanno già superato quota 1 miliardo di euro e si stima arriveranno ai 3 miliardi nel 20252. Il settore degli insetti raggiungerà entro il 2030 oltre 30 mila impiegati full time. Un’opportunità interessante per la filiera made in Italy, dunque, che già dispone di competenze adeguate e, come emerge dalla ricerca dell’Università di Bergamo, anche di consumatori propensi all’acquisto.

Nonostante le precedenti ricerche in Italia abbiano evidenziato una ridotta disponibilità di acquistare o assaggiare cibi a base di insetti, infatti, i nuovi dati presentano un’attitudine diversa e sostanziale: ben un italiano su tre è favorevole al consumo di insect food. Più in particolare, su un campione composto da 1170 individui rappresentativi della popolazione italiana, i cui dati sono stati raccolti in un intervallo di tempo compreso tra ottobre 2021 e settembre 2022, risulta che il 9% degli intervistati sarebbe ‘altamente propenso’ a consumare insect food e il 21% ‘mediamente propenso’, mentre il restante 70% si dichiara ‘poco propenso’.

La ricerca dell’università di Bergamo considera congiuntamente l’atteggiamento verso il prodotto, l’influenza sociale, il controllo percepito e alcuni dei principali driver motivazionali che possono spingere all’acquisto, in particolare quelli edonici, etici e legati alla salute. Per capire in che modo le intenzioni di acquisto siano effettivamente distribuite nel campione e quanto ne influenzino la composizione, la ricerca ha individuato quattro gruppi omogenei per caratteristiche sociodemografiche, comportamentali e psicologiche: ‘progressisti’, ‘inconvincibili’, ‘edonisti’ e ‘follower’.

Gli ‘edonisti’, il 15% degli intervistati, pari a 181 individui, sono tra i più aperti all’acquisto; si tratta soprattutto uomini fino ai 25 anni d’età, per lo più onnivori, con un livello di istruzione media e una vita attiva (dichiarano di praticare sport fino a 5 volte a settimana). Rispetto agli altri cluster, registrano la percentuale più alta di soggetti che hanno già avuto esperienze passate con il consumo di cibo a base di insetti, e l’interesse più basso verso le dimensioni di salubrità ed etica nelle decisioni alimentari.

Altrettanto interessati all’insect food sono i ‘progressisti’, il 18% degli intervistati, pari a 208 soggetti: persone over 40, equamente divise tra uomini e donne, per lo più liberi professionisti e imprenditori ed un livello di scolarizzazione universitario. Si definiscono onnivori e praticanti sport individuali con una media di 1 o 2 volte a settimana. Sono i più interessati a provare alimenti inusuali e nuovi e compiono scelte di acquisto alimentari che tengano conto delle proprietà salutistiche degli alimenti e della loro dimensione etica. I meno interessati all’insect food sono gli ‘inconvincibili’ e i ‘follower’.

Gli ‘inconvincibili’, il 33% degli intervistati, pari a 391 partecipanti, composti soprattutto da donne tra i 18 e 25 anni, con un livello di istruzione medio-alto, sono onnivori e non hanno avuto esperienze pregresse con il cibo a base di insetti. Non vogliono esplorare alimenti nuovi e sono poco interessati alla dimensione salutistica degli alimenti. I secondi, ovvero i ‘follower’, il 33% degli intervistati, pari a 390 consumatori, sono rappresentati soprattutto da donne over 26, con istruzione intermedia e sedentarie. Interessati alla salubrità e alla dimensione etica degli alimenti acquistati, tendono a volersi conformare alle opinioni altrui, non hanno mai avuto esperienze pregresse con il cibo a base di insetti e non vogliono variare i loro consumi alimentari.

Dall’analisi trasversale dei quattro cluster, infine, emergono le variabili che, secondo gradi differenziati, possono accostarsi positivamente all’intenzione di acquisto di alimenti a base di insetti. Tra queste spiccano le esperienze pregresse nel consumo di insetti: chi ha già sperimentato alimenti a base di insetti risulta più incline a ripetere l’esperienza; il genere, con gli uomini maggiormente inclini alla possibilità di acquistare cibi a base di insetti; la propensione al cambiamento: i soggetti più curiosi risultano più aperti all’entomofagia.

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