Allerta cortei. Viminale, non faremo sconti a violenti

“Non faremo sconti a nessuno, le forze di polizia interverranno per fermare l’illegalità in maniera tempestiva”. L’ennesima giornata a rischio nelle piazze italiane, da Roma a Milano fino a Palermo, spinge il Viminale a rinnovare l’appello a tutte le forze in campo ad “abbassare i toni” di una campagna elettorale sempre più invelenita. E, soprattutto, a ribadire quel che il ministro dell’Interno Marco Minniti va ripetendo da settimane: “dobbiamo consentire a ognuno di poter manifestare fino in fondo le proprie opinioni, anche le più radicali, con un unico argine che non va superato e che è quello della violenza”. Un punto “invalicabile in democrazia” e, a maggior ragione, in una Repubblica che ha proprio nell’antifascismo uno dei valori fondanti. Fare un parallelo con il clima degli anni di piombo, come pure qualcuno ha tentato in questi giorni, sottolineano gli apparati di sicurezza, è voler dare una lettura molto forzata di quanto sta avvenendo. E in questo senso vanno le parole di Minniti quando ricorda che c’è “una capacità e una forza, che deriva dalla nostra democrazia, che ci consentono di poter dire che siamo in grado di affrontare la campagna elettorale”. Dunque di garantire le elezioni “rispettando i principi di libertà e sicurezza, non consentendo a nessuno di turbare la tranquillità del processo decisionale degli italiani”. Ma ciò non significa che la situazione non sia molto tesa, come dimostra quel che è accaduto ieri sera a Torino dove gli antagonisti che volevano impedire un’iniziativa di Casapound hanno lanciato contro gli uomini delle forze di polizia bombe carta con chiodi e bulloni. “Sono fatti gravissimi, chi ha lanciato quelle bombe voleva fare male” dicono preoccupati al ministero. Le foto degli agenti feriti dalle schegge, inoltre, già circolano sui social e i sindacati, ben consapevoli delle tensioni che montano nei reparti mobili, sono andati giù pesante: “un corteo di delinquenti frustrati e privi di senso storico del nostro Paese, che tutto rappresenta tranne che l’antifascismo”. Situazione pesante, dunque, che trova conferma in altri due episodi registrati nella ultime 24 ore: l’incendio appiccato al centro sociale ‘Magazzino 47’ di Brescia – un evidente atto doloso visto che le fiamme sono partite da una pila di libri accatastati al centro di una stanza – che gli attivisti attribuiscono a “infami fascisti e razzisti” e le cariche a Pisa in occasione del comizio di Matteo Salvini. E domani si replica. I tre cortei in programma a Roma, soprattutto quello dei Cobas con l’arrivo di centinaia di antagonisti da tutta Italia, ma soprattutto l’iniziativa di Casapound a Milano e quella di Forza Nuova a Palermo, preoccupano non poco gli apparati. Perché sia a Milano sia a Palermo sono state annunciate contromanifestazioni per bloccare le iniziative degli esponenti dell’estrema destra. Minniti sarà domani al Viminale, come il capo della Polizia Franco Gabrielli che ai questori ha ricordato quanto aveva già scritto nella circolare dello scorso 24 gennaio: “non potendosi escludere l’attuazione di iniziative… finalizzate a creare momenti di forte tensione tra gruppi ideologicamente contrapposti, ovvero disordini, danneggiamenti o turbative, si rende necessaria la massima intensificazione dei servizi a carattere preventivo”. In quel documento il capo della Polizia chiedeva di “verificare ed eventualmente aggiornare le misure e i dispositivi in atto”, ricordando la necessità di predisporre “azioni mirate” sul territorio per prevenire “insidie e azioni illegali”. Alle forze di polizia sul territorio veniva inoltre chiesto di monitorare gli ambienti estremistici e i soggetti pericolosi, di attuare servizi specifici a protezione di “sedi di partito e movimenti politici” e di “rafforzare le misure di vigilanza in occasione delle varie manifestazioni”.

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