Benevento – Avellino 1-2. Dopo 57 anni gli irpini hanno espugnato Benevento

Gara fortemente condizionata da un paio di agghiaccianti strafalcioni individuali e un arbitraggio che ha rasentato il dilettantistico. Ma andiamo con ordine. Fedele all’antico adagio “squadra che vince non si cambia”, Martinez conferma in blocco la formazione vittoriosa a Catanzaro e dunque sia Bolzan che Carotti si accomodano in panchina. Nessuna sostanziale novità per mister Rastelli che in attacco si affida al tandem di ex giallorossi De Angelis-Castaldo, scegliendo il giovane Bariti in luogo dello squalificato Millesi. Appare chiaro sin dalle prime battute che tipo di match attende gli uomini di Martinez (anzi, che tipo di match sarebbe stato senza quel paio di colossali errori): irpini chiusi nella propria metacampo e determinati a bloccare le fonti di gioco giallorosse, affidando le ripartenze alla vivacità degli esterni Catania e Bariti. Al 3’ Marchi prova a scaldare il suo destro ma la palla si perde alta sulla traversa del fischiatissimo Fumagalli. Un minuto dopo Pedrelli affonda sulla propria corsia di competenza e chiama Germinale al taglio sul primo palo, sfera a lato di parecchio. Al nono c’è il primo affondo biancoverde: Bariti trova un invitante varco sull’out sinistro e crossa al centro, pallone che attraversa tutta l’area di rigore senza trovare nessun irpino pronto alla deviazione vincente. Sembrerebbe un fuoco di paglia ma la realtà è ben diversa e la frittata non tarda ad essere servita. Corre il decimo quando Catania scodella sul secondo palo beccando impreparata la retroguardia giallorossa. Pedrelli sbaglia la diagonale e non trova nulla di meglio da fare che deviare la sfera con il braccio per anticipare l’accorrente Bariti. Dal dischetto Mancinelli intuisce il penalty di De Angelis ma devia goffamente nella propria porta. Ospiti in vantaggio e torcida giallorossa che non si perde d’animo nel supportare i proprio beniamini. La reazione però è sterile e l’Avellino riesce agevolmente a soffocare la manovra sannita che dalla trequarti in poi non riesce a trovare sbocchi. Al 25’ Montiel disegna un tracciante per lo stacco di Mengoni che viene anticipato di un soffio da Fabbro. Sul corner successivo, Fumagalli respinge con i pugni fuori area trovando il ben appostato Mancosu, la cui battuta al volo sibila all’incrocio dei pali. Sembrerebbe il preludio alla rete del pareggio ma invece è solo l’illusione prima del tracollo. Trascorrono solo 3 minuti quando Signorini, ingannato dal rimbalzo, si lascia superare dalla sfera manco fosse un ragazzino alle prime armi. Castaldo si frappone tra la sfera e la porta e al momento di battere a rete ecco spuntare la mano galeotta del centrale pisano.Rigore, espulsione, e raddoppio irpino. Doccia gelata per i quasi 6000 supporters giallorossi costretti anche ad assistere alla smodata ed irriverente esultanza del numero 9 dalle grandi orecchie. Così come accaduto a Catanzaro, Martinez richiama anzitempo De Risio e inserisce Rinaldi. Passano due minuti e l’attaccante stabiese, nel tentativo di evitare una innocua rimessa laterale, si produce in un inutile virtuosismo che di fatto regala palla a Pedrelli.Il numero 2 giallorosso disorienta D’Angelo, si accentra e scaglia un sinistro al fulmicotone che lascia di sasso l’immbile Fumagalli. Partita immediatamente riaperta dal terzino bolognese che prova così a farsi perdonare l’ingenuità costata il primo svantaggio. Il Benevento avrebbe addirittura la possibilità di riacciuffare clamorosamente il risultato pochi minuti dopo quando Marchi è lesto nel prendere il tempo a Giosa e involarsi verso la porta,ma la sua battuta di destro viene respinta in corner dal prodigioso recupero dello stesso centrale ospite. Al 38’ ancora Bariti pennella sul secondo palo per l’incornata di Castaldo ma Mancinelli si oppone come può. Una manciata di minuti più tardi e sotto il settore distinti si scatena un parapiglia generale sedato a fatica dal direttaore di gara e dal suo secondo assistente. E’ l’ultima emozione di una prima frazione di gioco spezzettata dalle continue perdite di tempo degli irpini, incapaci di gestire il doppio vantaggio e la superiorità numerica senza ricorrere al più classico ostruzionismo. La ripresa è tutta nel segno dell’arbitro Maresca che perde il controllo della gara e finisce per favorire le reiterate interruzioni di gioco degli ospiti,capaci di simulare dolori, infortuni e crampi con la naturalezza di pluripremiati attori hollywoodiani. Dal canto suo,il Benevento, caduto nella trappola provocatoria dell’avversario, ha il demerito di non riuscire ad imbastire neppure un’ azione degna di nota e così i secondi 45 minuti scivolano via tra falli, cartellini, proteste e palloni spediti in curva. Da segnalare una battuta a volo di Catania su sponda di Castaldo, contratta da D’Anna e bloccata a terra da Mancinelli. Al 68’ ennesimo spunto del migliore in campo Bariti che si libera sul fondo e mette pericolosamente in mezzo. Rinaldi allontana con affanno ma la sfera termina sui piedi di Angiulli sul cui tiro a botta sicura è ancora Rinaldi a immolarsi sfiorando l’autorete. Replica sannita al minuto 25 quando Mancosu premia l’inserimento di capitan D’Anna che opta per la battuta mancina di prima intenzione, pallone alle stelle. Martinez correi ai ripari inserendo Montini e Carotti per Germinale e Mancosu, ma la musica non cambia. Montiel va a sprazzi, Mancosu è guardato a vista e Rajcic, che pur lavora di fisico e mestiere, fa dannatamente fatica a prendere in mano le redini della manovra. I biancoverdi, invece, si rivelano di una pochezza tecnica che impedisce loro di costruire insidiose ripartenze e li induce a limitarsi alla sistematica interruzione della gara. In tutto questo, il fischietto napoletano continua la sua particolare direzione di gara pro ostruzionismo mentre il massaggiatore dell’Avellino entra ed esce dal campo finendo per percorrere più chilometri di Rajcic. Le ultime emozioni arrivano nei 6 minuti di recupero: prima Fumagalli è bravo nel respingere una velenosa punizione di Montiel e poi, sul corner susseguente, i giallorossi tentano l’ultimo disperato assalto finale, a cui partecipa anche Mancinelli, ma ogni sforzo risulta vano. Arriva il triplice fischio finale e al Vigorito cala il sipario con i calciatori e i tifosi ospiti raggianti. Un film visto e rivisto, ma che non per questo fa meno male.Benevento: Mancinelli, Pedrelli, D’Anna, Rajcic, Mengoni, Signorini, De Risio (30′ Rinaldi), Montiel, Germinale (61′ Montini), Mancosu (73′ carotti), Marchi.A disp. Baican, Bolzan, Davì, Altinier. All. MartinezAvellino: Fumagalli, Bitante, Bianco (77′ Pezzella), D’Angelo (77′ Massimo), Fabbro, Giosa, Catania (66′ Zappacosta), Angiulli, Castaldo, De Angelis, Bariti. A disp. Di Masi, Panatti, Izzo, Biancolino. All. Rastelli. Arbitro: Maresca di Napoli (Bottegoni di Terni e Pignone di Empoli) Reti: 11′ pt De Angelis su rigore (A), 28′ pt Castaldo su rigore (A), 33′ pt Pedrelli (B)Ammoniti: Rajcic, D’Anna, Pedrelli, Bittante, GiosaNote: serata autunnale,presenti 5923 spettatoriAntonio Colangelo per LoStregone.net

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