BENEVENTO-CARPI 0-1. L\’AMAREZZA DEI TIFOSI GIALLOROSSI

Quello di oggi doveva essere l’esame di maturità, ma il Benevento viene rimandato senza appello. Prova incolore, frutto di un atteggiamento sbagliato, ma stavolta anche di scelte scellerate da parte di Simonelli che spianano la strada al Carpi che, col minimo sforzo e sfruttando una delle poche occasioni avute, porta a casa l’intera posta in palio. I giallorossi ripiombano nell’incubo e la prestazione offerta questo pomeriggio è la dimostrazione inconfutabile che i sanniti sono un malato molto lontano dalla via della guarigione e più vicini a quella della cronicità: la sconfitta odierna deve preoccupare molto di più delle altre, sia perché arrivata contro una squadra che fuori casa non aveva mai vinto, ma soprattutto perché il Benevento è sembrato un undici senza idee, incapace di trovare vie alternative per arrivare in porta, senza un minimo di intensità e che, quando viene attaccato in modo organizzato, non riesce a reggere l’urto con gli avversari. Il Carpi ha offerto una prestazione intelligente, ordinata, priva di sbavature e ha capitalizzato al massimo una delle tre occasioni avute, con Concas che è stato abile a infilarsi alle spalle di Signorini e anticipare Mancinelli, non esente da colpe. Del resto, si sapeva che i biancorossi amano rischiare poco e sfruttare molto le ripartenze ed è così che hanno colpito, ed è così che sono arrivate anche le altre due occasioni, nel primo tempo, con Memushaj bravo ad aprire il gioco sul lato scoperto, in modo da sfruttare la velocità dei due esterni offensivi. Non è che gli uomini di Simonelli abbiano sofferto più di tanto, ma a far discutere è l’incapacità di creare grattacapi alla difesa avversaria: gli unici pericoli alla porta difesa da Bastianoni sono arrivati da azioni fortuite, vedi il cross sballato di Candrina che per poco non si infila in rete o vedi gli svarioni di De Paola che hanno spalancato la porta prima ad Anaclerio e poi a D’Anna, ma entrambi hanno mostrato la freddezza di un killer in pensione. Giusto così, perché il pareggio oggettivamente sarebbe stato troppo. Dicevamo delle scelte di Simonelli: nulla da eccepire sulla formazione iniziale, ma qualche appunto bisogna pur farlo sulla gestione dei cambi che, ad esser buoni, è stata piuttosto discutibile. Perché togliere Pintori nel momento in cui il Benevento doveva forzare per cercare il pareggio? Il folletto sardo era l’unico a dare l’impressione di poter far male con le sue accelerazioni e, infatti, uscito dal campo lui, sulla fascia destra Poli ha potuto dormire sonni tranquilli fino a fine partita, vista la poca incisività e l’impatto disastroso sul match di Emanuele D’Anna. Altra scelta poco convincente: perché continuare a tenere in campo Anaclerio, assente ingiustificato per tutta la gara, che non è stato in grado di dare un minimo di spinta sulla fascia sinistra? Perché un giovane come Frascatore deve continuare a marcire sulla panchina? Perché rinunciare alla qualità di La Camera? Troppe domande a cui dare una risposta…
BENEVENTO (4-3-3): Mancinelli; Candrina, Fogolari, Signorini, Anaclerio; De Risio, La Camera (67′ Rajcic), Vacca (55′ Altinier); Cia, Montini, Pintori (64′ D’Anna). A disp.: Corradino, Rinaldi, Frascatore, Sy. All.: Gianni Simonelli
CARPI (4-4-2): Bastianoni; Poli, Cioffi, De Paola, Lorusso; Concas, Perini (64′ Sogus), Memushaj, Potenza (78′ Pasciuti); Kabine (74′ Bova), Eusepi. A disp.: Mandrelli, Marchi, Perrulli, Pietribiasi. All.: Egidio Notaristefano
MARCATORI: 54′ Concas
Arbitro: Massimiliano De Benedictis di Bari
Assistenti: Vigo e Olivieri di Acireale
Ammoniti: Fogolari, Perini, Concas, Memushaj per gioco scorretto.
Note: presenti 2056 spettatori. Angoli 6-4. Fuorigioco 0-3. Recupero 2′ pt, 4′ st

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