BOCCALONE: “MANAGER “SAN PIO” INFORMI LA POPOLAZIONE SUL REALE STATO DELLA CAPACITA’ DI OFFERTA SANITARIA”

Lo stato di salute della Sanità pubblica nel Sannio non mostra segnali rassicuranti, ormai da tempo. Lo scrive Nicola Boccalone ex direttore generale del nosocomio di via Pacevecchia.

La ricostituita Direzione Generale del San Pio, dovrebbe avvertire il dovere nei confronti della collettività sannita di tracciare la linea di confine tra l’approdo degli ultimi 6 anni di gestione con i progetti e programmi futuri.

Così, prima ancora di iniziare il suo lavoro, questa Direzione, dovrebbe mettere in condizione la comunità sannita tutta di avere piena consapevolezza del reale stato della capacità di offerta di sanità al territorio, al netto di qualche ingresso rifatto e qualche aiuola innaffiata.

Occorrerebbe, prima di essere attratti alla continuità delle precedenti gestioni, capire:

  • come sono stati spesi i 159.341.902,00 di euro, circa 50.000.000,00 di euro in più di risorse rispetto ai bilanci passati, che il sistema sanitario regionale ha trasferito alla struttura,
  • le motivazioni di reparti di eccellenza chiusi da tempo,
  • lo stato comatoso in cui versa il Presidio Ospedaliero di Sant’Agata che registra un nulla di fatto rispetto alle previsioni tracciate,
  • l’acquisto di un Robot Davinci di cui mancano tracce evidenti della sua piena utilizzazione, oltre che chiarirne la compatibilità con la pianificazione regionale per evitare che si possa ipotizzare un utilizzo di risorse in modo diverso dalla loro programmazione,
  • sistemi, metodi e criteri di valutazione delle procedure che hanno portato alla individuazione di Dirigenti di Struttura complessa (ex primari) in coincidenza di un evidente sottodimensionamento dei risultati attesi,
  • del ricorso continuo e costante alla massiva mobilità in aperta alternativa al reclutamento di personale attraverso le procedure concorsuali, inibendo i giovani sanniti anche alla mera partecipazione a tutto vantaggio di scorrimento di graduatorie presenti in strutture ospedaliere di territori salernitani e napoletani,
  • i motivi del crollo della quali-quantità delle prestazioni,
  • i motivi della fuga di medici e primari.

Sarebbe utile aprire un confronto con il territorio utilizzando gli strumenti previsti favorendo la partecipazione e tutela dei diritti dei cittadini così come previsto finanche nell’atto aziendale vigente e dal decreto n. 18  del 18.02.2013 avente ad oggetto: “Approvazione atto di indirizzo per l’adozione dell’atto aziendale delle Aziende Sanitarie della Regione Campania” e dall’art. 14, comma 4, del Decreto Legislativo n. 502/92.

Non sfugge sicuramente a questa Direzione Generale che almeno una volta l’anno dovrebbe indire la Conferenza dei Servizi al fine di verificare l’andamento dei servizi ed individuare gli interventi tesi al miglioramento delle prestazioni rendendo noti i dati relativi all’andamento dei servizi, allo stato di attuazione degli obiettivi, al grado di raggiungimento degli standard, con particolare riferimento allo svolgimento delle attività di tutela degli utenti.

Un rapporto al territorio sarebbe quanto mai opportuno per segnare il cambio di passo della gestione dell’Azienda per scongiurare il ridimensionamento dell’intera offerta pubblica ed evitare di essere assorbiti da altre realtà.

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