Egregio Sig. Prefetto di Benevento,
all’indomani della corretta ed auspicata riapertura delle scuole fissata per il 30 p.v., così come previsto dall’Ordinanza Regionale n. 90 del 15.11.2020, confermata dall’Ordinanza n. 92 del 24.11.2020, il Sindaco della città di Benevento, con Ordinanza del 29.11, provvede nuovamente alla chiusura delle scuole dell’infanzia e delle prime classi della scuola primaria e, la stessa, in uno con l’Ordinanza regionale del 28.11, prolunga la chiusura delle restanti classi della scuola primaria e della prima classe delle scuole secondarie di secondo grado fino al 7 dicembre p.v., che, è di solare evidenza, diventa solo ed esclusivamente un riferimento temporale inattendibile e sicuramente disatteso, laddove molte scuole della Provincia hanno riaperto il 24 settembre u.s., e Benevento ha addirittura posticipato la riapertura al 1 ottobre, per poi le medesime scuole chiudere il 16 ottobre consentendo ai bambini ed ai ragazzi solo 12 giorni di frequentazione dall’inizio dell’anno scolastico.
QUESTA VICENDA RAPPRESENTA L’ABBANDONO DA PARTE DELLE ISTITUZIONI TUTTE DELLA REGIONE CAMPANIA CHE CONSENTONO IN SILENZIO TALI NEFANDEZZE!
In Italia e nel resto d’Europa, i dati della curva epidemiologica sono stati e sono superiori ai dati “sconnessi” riportati dall’ultima Ordinanza Sindacale, eppure la
frequentazione della scuola non si è mai interrotta, non è stata mai sospesa, i bambini e i ragazzi hanno continuato ad andare a scuola, continuando ad usufruire tanto del tempo pieno quanto del servizio di mensa.
L’ultima Ordinanza Sindacale riferisce, addirittura, di “un incremento percentuale” dal 17 al 24 novembre nel Sannio, ma tali dati non trovano corrispondenza con quelli forniti quotidianamente dalla ASL territorialmente competente e che neppure vengono presi in considerazione dall’ordinanza stessa, limitandosi a citare tale “Fondazione GIMBE”.
Inoltre, tale dato non è riferito alla situazione epidemiologica della Città di Benevento, che neppure viene menzionata nella cennata Ordinanza, bensì all’intera Provincia, ben potendo essere riferibile solo ad alcuni Comuni della stessa. In ogni caso, ammesso che il suddetto dato numerico corrisponda ad una corretta lettura dei dati, è di solare evidenza che il presunto aumento non dipenda dalla scuola, chiusa dal lontano 16 ottobre u.s. La chiusura delle scuole dell’infanzia e della prima classe primaria, da ultimo dopo solo 4 GIORNI, nella nostra Città, genera nei bambini, inutilmente sottoposti a tampone “rapido”, aspettative disattese e crea uno stato psicologico depressivo importante, che noi genitori denunciamo con forza ancora una volta. Tra l’altro, lascia veramente sgomenti che la scarsa frequentazione delle scuole |
venga addotta come motivazione dall’Amministrazione comunale in favore della chiusura, ancorché essere indice di un aumento della dispersione scolastica, i cui dati in Campania sono da sempre decisamente allarmanti. Appare, dunque, evidente, ma sembra non per le istituzioni, che magari debbano essere altri gli interventi da assumere per la riduzione del contagio, contagio che, si ripete, non può essere imputato alle scuole, in uno stato costante e perenne di quiescenza nella sola Regione Campania. Si denuncia il danno psicologico e di salute che i bambini della Campania stanno subendo: le ore di didattica davanti ad un pc, prolungate per mesi comportano danni alla salute, determinati dall’esposizione al videoterminale, inoltre lo stato di solitudine ed isolamento aggrava la condizione psicologica del bambino, costretto ad apprendere in una condizione di estrema difficoltà legato anche ad infrastrutture rete non adeguate e preparate (nemmeno quelle) in Regione Campania per sostenere una vera didattica a distanza. Si segnala che ad oggi esistono ancora famiglie che non hanno potuto accedere alla didattica a distanza ed i cui figli pertanto NON STANNO FREQUENTANDO LA SCUOLA. La società scientifica italiana dei pediatri ha già denunciato i danni alla salute e la disparità sociale generata dalla prolungata chiusura delle scuole, così come anche l’Organizzazione Mondiale della Salute ha denunciato i rischi connessi alla istruzione negata, mentre in Regione Campania sono stati messi davanti ad un pc bambini di 6 anni che dovrebbero imparare a leggere e a scrivere! Ad oggi, nonostante le richieste, gli studi, i numeri e le disposizioni normative |
assunte a livello nazionale, la Regione Campania resta fuori dalla legalità ed assume le decisioni “più facili”, quelle che sono volte alla completa violazione del diritto allo studio nascondendosi dietro le parole, facili anch’esse, di tutela della salute pubblica. Ebbene, è necessario avere il senso preciso delle proprie responsabilità, perché le istituzioni, in quanto tali, assumono importanti e irrinunciabili doveri, e tra questi quelli di assicurare il buon andamento ed il miglioramento della qualità dei servizi resi al cittadino, il rispetto del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, la rispondenza dell’azione |
amministrativa all’interesse generale, la promozione dell’attuazione delle intese e del coordinamento tra Stato e Regione previsti da leggi statali, l’esecuzione di provvedimento del Consiglio dei ministri. DOV’E’ TUTTO QUESTO OGGI? LA REGIONE CAMPANIA, E OGGI ANCOR DI PIU’ LA CITTA’ DI BENEVENTO, SONO FUORI DAL RESTO D’ITALIA E DAL RESTO D’EUROPA! E perché questo accade e viene consentito? E’ necessario che la Prefettura, nella sua qualità di organo periferico dell’Amministrazione statale, dia risposte certe che si fondino su dati numerici reali, che illustrino le “gravose” differenze con gli altri Paesi che, invece, hanno preferito tutelare il diritto allo studio, pur sempre rispondendo ed osservando la piena tutela della salute pubblica. E QUESTO ACCADE PERCHE’ |
EVIDENTEMENTE E’ POSSIBILE! Si chiede, dunque, che l’Ecc.mo Signor Prefetto di Benevento, possa e voglia intervenire, per le proprie specifiche competenze, alla soluzione di tale incresciosa e incomprensibile situazione e soprattutto fornire risposte ai cittadini. Distinti saluti. |
Giuseppina Riccio Valentina Panella Marina D’Argenio Giovanna Brignola Carmine Ciero |
Francesco Genito Francesco Furno Maria Vella Carmen Pietrafesa Giovanni Gramazio Patrizia Coretti Gianluca Salierno Adriana Vessichelli Cosimo Ulano Silvia Beicu Paola Iannuzzi |
Davide Ballarò Francesca Petrucci Iolanda Panarese Angela Calandro Margherita Abbatiello Roberta Russo Graziano Masotti Annarita Fioretto Flavia Furno Elena Giorgetti Marianna Ferrari Imene Rahmani Maria Mazzeo Daniela Del Vecchio Maddalena Curatoli Matteo De Notaris Sara Luciano |
Vincenzo Martino Caterina Martuccio Marco Brunetti Chiara Lentini Giovanni Barone Angela Greto Angela Verdino |
Pietro Pisano |
Guidi Michela Ylenia Siciliano Lanzotti Francesca Piro Alessandra Di Nuzzo Giuseppe Lucia Viespoli Fiorella Maria Berruti Melania Cermola Mariarosaria Zollo Giuseppina Aragiusto Vincenzo De Gennaro Francesco Soreca Marilena Schiavone |
Antonia Tuzio Candida Mucci |
Maria Rosaria Zoino Giuseppe Romano Nicoletta Camilleri Danilo Solla Stefania Camilleri Nicola Maffei Giuseppe Lepore Marzia Scrocco Francesca Cilento Giovanni Gentile Antonio Viespoli |
Graziana De Girolamo Selene Bonavita Michele Ferringo Patrizia Cilento Ciro Cataldo |
Rosa Principe |
Silvia Tresca |
Daniela Beatrice Tecla Iervoglini Giovanni Morelli Maria Grazia Mucci Simona Silvestri Pino Errico Claudia Savignano Brunella Iando Armando Calandro Anna Simone Daniela Palombino |
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