COLDIRETTI BENEVENTO

Nel corso delle due sezioni di lavoro, una mattutina ed una pomeridiana, numerosi sono stati gli esperti che hanno portato il proprio contributo ai lavori moderati dal direttore della Coldiretti Benevento Luigi Auriemma. Dopo i saluti di Antonio Pinto, vice direttore Coldiretti Benevento, di Giuseppe Meola presidente Aprol e di Giovanni Antonio Cutillo sindaco di Torrecuso sono intervenuti: Raffaele Terracciano, agronomo; Ettore Varricchio, Università del Sannio; Maurizio Gallo, agronomo; Giuseppe Salvatori, ICQ di Napoli; Daniele Longo, chef della Locanda della Luna; Giuseppe De Ioanni, responsabile provinciale CAA Coldiretti Benevento; Alfonso Carbonelli, responsabile ufficio tecnico economico Coldiretti Campania; Rocco Messere, Stapa Cepica Benevento; Comitato Promotore DOP; Francesco Massaro, dirigente Stapa Cepica Benevento; Ersilia Palombi, medico specialista in scienze dell’alimentazione Asl di Benevento; Franca Colandrea, Associazione Donne Impresa. 
        Dunque, un momento di confronto e di informazione fra tutti i soggetti appartenenti alla filiera, per dibattere sulle problematiche economiche, produttive e tecniche del sistema olivicolo campano.
        Nel corso dei lavori è stato ribadito che per quanto riguarda l’olio il problema non è produrre bene, bensì premiare sul mercato la qualità del prodotto stesso. Insomma occorre puntare alla distintività del nostro olio ed alla distintività delle nostre produzioni rispetto a quello che arriva dall’estero. L’arma per stare sul mercato è proprio l’etichettatura prevista per l’olio di oliva vergine ed extravergine che da qui a poco dovrebbe dare i primi effetti. Insomma dobbiamo essere in grado, è stato detto, di conoscere la sua origine. Va segnalato che produciamo olive di qualità ed olivicoltori e frantoiani hanno raggiunto livelli eccellenti. La competitività esasperata però non può aiutare un tessuto produttivo come il nostro. Chi domina il mercato è la Grande Distribuzione che non ha aderenze con le nostre produzioni. La produzione di olio non può essere paragonata ai prodotti industriali, bisogna fare in modo che il consumatore torni ad andare nelle aziende per acquistare il prodotto. L’80 percento dei soci Aprol ha una dimensione aziendale di 200 piante, con questi numeri è difficile essere competitivi, allora è indispensabile persuadere il consumatore all’acquisto diretto in azienda. Insomma dobbiamo distinguerci per quelle che sono le eccellenze sul territorio. Fondamentale è conoscere il territorio ma soprattutto comunicare il lavoro che viene svolto. E’ stato anche posto l’accento sulla questione della tracciabilità cioè il sistema che permette per ciascun prodotto di tracciare la strada attraverso un idoneo sistema documentale. L’olivicoltura è una delle produzioni a minor impatto ambientale e proprio per questo deve salvaguardare l’ambiente. Da parte del sindaco di Torrecuso Cutillo l’impegno a far coinvolgere anche l’Aprol nelle iniziative previste per la città dell’olio. Il convegno è stata anche l’occasione per iniziare a discutere sulla richiesta della denominazione d’origine protetta per l’olio sannita, essendo stato costituito da qualche giorno il comitato promotore che ha l’obiettivo di far approvare una DOP per l’olio made in Sannio.
        La giornata di studio è servita anche per illustrare il lavoro portato avanti dall’’Aprol di Benevento nell’ambito del progetto 867/08 che ha svolto diverse attività nel comparto olivicolo. Per quanto riguarda il “Miglioramento dell’impatto ambientale in olivicoltura” le attività espletate hanno interessato l’elaborazione delle buone pratiche agricole basate su criteri ambientali adattati alle condizioni locali, nonché alla loro diffusione e sorveglianza. E’ stata svolta un’attività di assistenza consistente inizialmente nell’individuare caratteristiche e criticità dell’areale per poi stilare un disciplinare collettivo di produzione integrata. Questo programma ha interessato circa 100 areali diversi, per ognuno di questi sono state scelte dei campi di osservazione o “aziende pilota”  rappresentanti il comprensorio. E’ in queste aziende che i tecnici hanno fornito assistenza durante le diverse fasi di coltivazione, contemporaneamente veniva stilato un comunicato agronomico affinché le aziende vicine e ricadenti nel comprensorio potessero avere informazioni utili previste nelle procedure del disciplinare di produzione integrata. E’ stata anche svolta una consulenza per “Il miglioramento della qualità delle produzioni di olio di oliva”. Nel caso specifico sono stati coinvolti circa 150 areali ed anche in questa azione si sono individuate aziende pilota che sono state assistite per il miglioramento delle condizioni di coltivazione segnatamente la lotta alla mosca dell’olivo, la raccolta, la consegna ed il magazzinaggio delle olive prima della trasformazione. Come è noto, le tecniche colturali adottate ordinariamente negli oliveti locali influenzano, spesso negativamente, la qualità degli oli d’oliva. Per esempio la raccolta delle olive in epoche non ottimali, la raccolta delle drupe da terra, l’inadeguatezza delle condizioni di trasporto e di immagazzinaggio delle olive, le lunghe soste, la lotta alla mosca eseguita senza alcun criterio scientifico costituiscono elementi in grado di pregiudicate la qualità degli oli. In ultima analisi, la “Rintracciabilità di filiera” ai sensi della norma UNI ISO 22005/08. Si è fornito, nell’ambito di questa progettualità un sistema di gestione di rintracciabilità a tutti i soggetti sensibili ad un prodotto certificato. L’assistenza prestata ha interessato gli aspetti normativi e tecnici. Infatti, sono state approfondite tematiche relative alle normative vigenti ed ai processi di trasformazione ed imbottigliamento al fine di migliorare i profili qualitativi delle produzioni. Questo programma ha permesso alle aziende di avvalersi di una certificazione volontaria che assicura un legame al territorio, l’identificazione del prodotto, trasparenza tra i vari soggetti della filiera e sicurezza alimentare, offrendo un valore aggiunto che se opportunamente utilizzato può dare maggiori possibilità di commercializzazione. Al fine di rendere tutto ciò più vicino al consumatore, sono stati informatizzati tutti i dati inerenti la fase agricola di trasformazione e confezionamento dell’olio di oliva. Interrogando con un sms il sistema, infatti, il consumatore può risalire, con il lotto d’imbottigliamento, a tutte le informazioni sul prodotto. Aprol ha svolto tale attività avvalendosi dei propri dipendenti, di tecnici esterni e della collaborazione con gli uffici tecnici Coldiretti dislocati sul territorio provinciale al fine di assicurare il coinvolgimento del maggior numero possibile di olivicoltori  ed operatori del settore.

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