Comunicato stampa on. Nicola Formichella

 L’interrogazione riguardante le Iniziative per garantire un nuovo accesso al lavoro per i disoccupati e misure per accrescere la base occupazionale, con particolare riguardo ai giovani,  ha trovato la pronta e puntuale risposta del Ministro. Il giovane deputato sannita interessato ai percorsi di formazione che i giovani possono intraprendere per l’entrata nel mondo del lavoro si è rivolto direttamente al ministro interessato con un sintetico ma incisivo intervento: “signor Ministro, sappiamo che le ingenti risorse finanziarie messe a disposizione dal nostro Governo nel 2009 hanno contribuito a mantenere vivi i rapporti di lavoro e sicuramente per questo motivo in Italia la disoccupazione è cresciuta di meno rispetto agli altri Paesi. Sappiamo che c’è un diretto coinvolgimento tra la formazione e l’occupazione. Sappiamo anche che molte regioni fanno un utilizzo forse troppo autoreferenziale della formazione e sappiamo delle iniziative che il Governo ha posto in essere negli ultimi mesi. La mia domanda riguarda quali iniziative ancora il Governo vuole adottare nel 2010 per garantire un maggiore allargamento della base occupazionale, con particolare riguardo ai giovani.” Il Ministro ha risposto con altrettanta sinteticità e chiarezza: “l’interrogante ha ragione quando sottolinea la necessità di collegare, soprattutto nel complesso anno nel quale siamo da poco entrati, gli strumenti di protezione del reddito con quelli che arricchiscono le competenze delle persone. Nel corso di quest’anno, potrebbe allungarsi il periodo di inattività di molte persone, anche se rimane vivo il rapporto di lavoro e se ne sostiene il reddito. Proprio per questo, abbiamo convocato un tavolo negoziale tra Stato, regioni e parti sociali per concertare le linee guida che possano orientare in particolare le regioni, che hanno competenza in materia di formazione o di spesa pubblica per la formazione, le stesse parti sociali, che gestiscono risorse significative attraverso il prelievo dello 0,30 per cento sul monte salari, e gli enti chiamati fondi interprofessionali per la formazione continua.

Abbiamo proposto alle regioni e alle parti sociali di sollecitare una rivisitazione del modo di fare formazione – circa 2 miliardi e mezzo risulterebbero disponibili nel 2010, tra residui del passato e flussi di quest’anno, quindi ingenti risorse – in modo che davvero si incrementino le competenze e non si faccia sono la festa dei formatori, come purtroppo spesso è accaduto con la spesa per la formazione. Allora, questo significa analizzare frequentemente ed efficacemente i fabbisogni in ciascun territorio, cioè quali mestieri servono in quel mercato del lavoro. La Confartigianato nei giorni scorsi ci ha detto che in questo momento il 25 per cento dei lavori che le sue imprese stanno cercando non vengono trovati, che quei mestieri mancano.

Allo stesso tempo, bisogna fare in modo che la formazione sia compiuta in ambienti produttivi, cioè che non sia fatta con un metodo scolastico. I cassa integrati che vengono portati in una classe per studiare inglese e informatica non diventano per questo più occupabili; hanno piuttosto bisogno di incrementare le competenze pratiche, il mestiere nell’ambito di realtà produttive. Quindi, per questo, abbiamo anche detto: consegniamo direttamente anche alle parti sociali, alle imprese e ai lavoratori la capacità di orientare la formazione, ovvero realizziamo questa sussidiarietà perché funzioni.
Certo, qualche regione potrebbe far fatica a cedere questo potere, ma credo che lo si debba fare se al centro mettiamo la persona che ha il diritto alla conoscenza, all’accesso alle competenze, e che ha la possibilità di essere, per questa strada, realmente occupato in modo che, quando è necessario, si garantiscono i pesci (e noi al riguardo abbiamo previsto ingenti risorse a disposizione delle forme di integrazione del reddito), ma anche tante canne per pescare quali sono le forme di apprendimento che possono essere organizzate efficacemente se si riconoscono dei metodi idonei, degli obiettivi coerenti con le caratteristiche del mercato del lavoro, nonché un ruolo delle aziende che non deve essere misconosciuto da pregiudizi ideologici che danneggiano i lavoratori.”

L’on. Formichella rispondendo al Ministro ha dichiarato: “Signor Ministro, sono molto soddisfatto della sua risposta perché finalmente in materia di formazione si trova del puro buonsenso che è ciò che serve al nostro Paese. Abbiamo bisogno, come diceva lei, di una formazione continua.
Sono soddisfatto anche del tavolo tra il Governo, le parti sociali e le regioni. Credo che sia fondamentale analizzare i bisogni del settore formativo in modo tale da formare persone che sono poi utili al sistema di mercato del nostro Paese. Vi è bisogno, soprattutto, di una formazione fatta più che in aula, in ambienti di lavoro, in modo tale da avere una formazione completa e fattiva per le esperienze future.

In ultimo, credo che il tavolo sia molto importante perché inaugurare un nuovo modo di fare formazione nel nostro Paese è utile anche per evitare quello che, purtroppo, fino ad oggi è avvenuto in moltissime regioni del sud, mi riferisco alla mia regione Campania, dove la formazione è stata più un veicolo per fare clientela che non per formare veramente i giovani.”

ARTICOLI CORRELATI