Distretti del cibo, le regole vanno decise insieme a Regioni. COPAGRI CAMPANIA: “E’ caos”

Serve l’ “intesa” in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, per l’adozione del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali attuativo dell’art. 1, comma 499, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020).

Non è pertanto sufficiente che detta Conferenza sia “sentita” ed è per questo motivo che la Consulta, con la sentenza n. 79 del 20/02/2019 e depositata il giorno 05/04/2019 ha dichiarata la parziale illegittimità costituzionale del citato art. 1, comma 499 – fa osservare la Presidente regionale della Copagri Campania, Vera Buonomo.
Intanto, la Regione Campania ha approvato, con delibera di Giunta, il Regolamento di attuazione della legge regionale n. 20 dell’8 agosto 2014 per il riconoscimento e la costituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità, non ancora pubblicato sul BURC perché in attesa del parere della competente commissione del Consiglio regionale, sul cui argomento – spiega il direttore regionale della Copagri Campania, Paolo Conte – la Regione dovrebbe quanto prima intervenire per adeguare il testo della norma regionale rispetto al dettato normativo nazionale: si potrebbe ripensare alle priorità, dando precedenza alla modifica della norma regionale, vista la pronuncia della Consulta.
Insomma – prosegue Buonomo – se il fine vuole essere quello di dotare i territori di strumenti che migliorino la competitività di uno specifico comparto agricolo e/o agroalimentare o di un territorio nel suo complesso, anche in vista della futura programmazione 2021-2027, abbiamo da un lato, una pronuncia di incostituzionalità e, dall’altro, una legislazione regionale da modificare.
Se poi – conclude il direttore Conte – spostiamo l’attenzione sui lavori preparatori alla Conferenza Agricola Regionale, questa sentenza della Consulta impone di rivedere alcuni degli argomenti trattati, in particolare al “tavolo 5: il sistema della conoscenza, dell’innovazione e dell’informazione nell’agroalimentare”, come abbiamo già sostenuto quando interpellati, non essendoci le condizioni per implementare quelle politiche della “conoscenza” sulla base dei “distretti” in vista della programmazione 2021-2027 del FEASR.

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