Federazione provinciale di Rifondazione Comunista aderisce alla giornata nazionale contro la violenza sulle donne.

L’augurio è che quella giornata possa rappresentare l’inizio di un percorso di emancipazione dai luoghi comuni e di maturazione culturale e politica dell’intera società sui temi della discriminazione e della violenza di genere.Nel dibattito politico la questione della violenza sulle donne continua ad essere interpretata in maniera tendenziosa e mistificatoria. La risposta del Governo all’uccisione di Giovanna Reggiani da parte di un immigrato rumeno contenuta in un decreto urgente riduce la violenza sulle donne ad un problema collegato all’ordine pubblico, alla criminalità urbana, all’immigrazione. Questa soluzione appare piuttosto inadeguata e strumentale, in un duplicesenso: perché elude il problema reale della violenza di genere e perché adotta un approccio ai problemi della convivenza civile improntato sull’intolleranza, la xenofobia e l’autoritarismo per rincorrere un consenso viscerale piuttosto che sui contenuti. L’inadeguatezza delle risposte che la politica mette in campo, quando non nasconde la mancanza di volontà di superare una forma organizzativa patriarcale e maschilista, rivela l’incapacità di comprendere le cause strutturali della discriminazione femminile.La violenza sulle donne ha una natura sociale ed è rintracciabile oltre che nei casi singoli di aggressioni e stupri, nei continui attacchi alla Legge 194 del 1978 e alla libertà sessuale e procreativa della donna, nella discriminazione sul lavoro (che riguarda l’accesso al mercato del lavoro, le opportunità di carriera, la maggiore presenza nelle professioni poco remunerate, precarie e dequalificate, la disuguaglianza salariale), nella divisione ineguale del lavoro domestico e familiare, nella mercificazione del corpo e nella costruzione di stereotipi femminili ispirati dall’immaginario simbolico maschile.

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