Primarie, a Napoli vince Cozzolino

«Ho vinto contro tutti», ha esultato il vincitore. Terzo si è piazzato il magistrato Libero Mancuso sostenuto da Sinistra e libertà. Più staccato il terzo pd in campo, l’assessore comunale Nicola Oddati. Cozzolino ha ottenuto (dato di 107 sezioni su 115) il 37,3 per cento. Ranieri si è fermato al 35,7. A Mancuso il 15,6 per cento dei voti; a Oddati l’11,4. In attesa dei risultati definitivi va detto che mentre il candidato di Sel ha ammesso ma solo sub judice la vittoria di Cozzolino, dal comitato elettorale di Ranieri non è trapelato alcun commento. La giornata è stata lunga e tesa e sin dalla mattina dai comitati elettorali dei candidati sono partite accuse di brogli. Un tutti contro tutti, per denunciare la presenza fuori molti seggi di personaggi estranei al Pd. Scampia, Barra, Secondigliano, San Carlo all’Arena, Capodichino, San Giovanni i quartieri dove si sarebbero verificate le anomalie. In qualche caso è stato segnalato un sospetto dinamismo di ambienti vicini al centrodestra. Mancuso ha annunciato ricorso per chiedere l’annullamento del voto in quattro seggi. Contestati alcuni dati, come quello di Miano dove Cozzolino ha ottenuto, in una sola sezione, mille preferenze. «Neppure alle regionali il Pd ha preso tanti voti», attacca un sostenitore di Ranieri. «Andrea ha comprato i voti», accusa Corrado Gabriele. «Solo falsità», ribattono dal quartier generale di Cozzolino. Paradossalmente a scatenare le denunce è stata la forte affluenza. Hanno votato circa 45.000 napoletani, 10.000 in più di quanti nel 2006 parteciparano alle primarie che indicarono Romano Prodi premier e addirittura 30.000 in più di quanti scelsero Luigi Nicolais per la Provincia. «L’affluenza più che un segnale positivo appare al contrario la conferma della discesa in campo, con mezzi tutti da verificare, dei residui apparati di potere che hanno sgovernato Napoli in questi anni», ha commentato il coordinatore nazionale del Psi Marco Di Lello. I ricorsi faranno la loro strada. La cronaca dice che spetta a Cozzolino il difficile compito di affrontare una campagna elettorale che vede il centrosinistra davanti a un muro. Recuperare credibilità e fiducia dopo i pessimi risultati ottenuti dalla giunta Iervolino non sarà una facile impresa. Per riconquistare Palazzo San Giacomo occorre un grande sforzo, politico e programmatico. Il primo impegno che attende Cozzolino è di formare una coalizione. Anzi, a voler essere più precisi, il primo impegno, forse il più arduo, è quello di ricompattare il partito. Il Pd ha vissuto le primarie come una resa dei conti, come un ennesimo referendum su Bassolino. E Cozzolino è da sempre uno degli uomini più vicini all’ex governatore, forse il più fedele. Quanto alla coalizione, a parte Sel, Psi e Verdi, la vera incognita è l’Italia dei Valori che già prima delle primarie aveva fatto sapere che non avrebbe sostenuto nè Cozzolino nè Oddati, considerati parte viva dei dieci anni di centrosinistra. C’è poi il discorso relativo all’Udc. I centristi hanno già anticipato che presenteranno un proprio candidato. Ma il Pd conta sugli effetti degli sviluppi politici romani per portare dalla sua parte il Polo della Nazione. Non è secondario infine l’aspetto programmatico. Cozzolino dovrà presentare un progetto per Napoli partendo dalle grandi e tantissime incompiute di dieci anni di governo. Ma per farlo gli occorrerà un grande sforzo, convincere Napoli e i napoletani che un ex segretario dei Ds, un ex assessore regionale, un uomo che nel bene o nel male ha vissuto da protagonista la stagione bassoliniana può rappresentare la discontinuità

IL MATTINO del 24 Gennaio 2011

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