Auser-Uselte di Benevento: incontro con Arnaldo Delehaye e Domenico Formato

“Bruciate Napoli” è un film di Arnaldo Delehaye, (regista, sceneggiatore e produttore con quarantennale esperienza televisiva, ideatore di format utilizzati anche all’estero), il cui titolo deriva da una frase di Adolf Hitler: «Ridurre Napoli in fango e cenere!». Esso prende l’abbrivio dal film “Le Quattro Giornate di Napoli” di Nanni Loy del 1962, ed è dedicato sia alle vittime delle Quattro Giornate di Napoli, sia al regista sardo, nel ventennale della sua scomparsa. Ciò che si svolge all’interno di un condominio del Quartiere Vomero della Città di Napoli, precisamente nel Palazzo Pennarola, in Via Giovanni Merliani, 17, divenuto poi 19, di per sé è uno spaccato di vita colto nelle sue potenzialità di estrinsecarsi in mille forme e in tutti gli aspetti che portano alla luce le mancanze, le debolezze, le piccole e grandi manie, le abitudini insomma, ma anche il coraggio e la viltà, l’onestà e l’inganno, l’altruismo e la grettezza, la miseria morale insieme ad atti di eroismo, il tutto condito dai lampi della genialità e dal lavorio dell’intelligenza pratica non disgiunta dalla saggezza quando, da antico inconsapevole retaggio filosofico, diventa il senso da dare alla vita. Se poi lo scenario dove sia agita tutto ciò è la guerra e le conseguenze che essa comporta, allora le situazioni si esasperano, i sentimenti vanno in crisi, le necessità esistenziali crescono insoddisfatte, ma soprattutto la paura di non sopravvivere al fuoco nemico, che semina morte e distruzione, attanaglia l’animo costringendolo a una sorta di incapacità di agire. Allora la speranza rimane legata unicamente al filo delle notizie che contraddittoriamente si inseguono e si accavallano nel linguaggio cifrato di radio Londra, la speranza che non muore mai, perché è da essa che si alimenta il futuro, soprattutto quello,  dei figli  “Come facciamo a non combattere per il futuro dei nostri figli”, ed allora ecco che l’amechanìa cede il posto all’azione, non programmata, né gerarchicamente diretta, ma spontanea, che sale dal profondo e conforta la mente, la razionalità messa di fronte al bivio della morte sicura o della incerta sopravvivenza. E nasce il coraggio che non è un dono di natura. Il coraggio nasce dalla vita, dalle prove che offre: é proprio allora che rifulge l’”eroismo” di tanti, di tutti quanti si sentono di appartenere al popolo, perché il popolo è una sola famiglia. Insorgono o si difendono dai tedeschi i padri, i figli, le mogli, le sorelle, gli scugnizzi. E avranno la meglio. Non senza perdite, non senza dolore, non senza stravolgimento dei cuori a causa dell’abbrutimento che la guerra opera sui più sensibili, vincitori o vinti che siano. L’animo sgomento dinanzi alle terribili vicissitudini imposte dai rastrellamenti e dalle violenze quali dovette subire Napoli, tra tante città italiane dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ebbe un sussulto di eroismo che dilagò tra il popolo in quegli ultimi tragici giorni di settembre che rischiarono di vedere Napoli ridotta in “cenere e fango”, e la videro in molti quartieri ridotta a una cumulo di macerie, mentre già le fiamme aveva cominciato a lambire la costa.
“Bruciate Napoli” non si pone in competizione con il film Le quattro giornate di Napoli del regista Nanni Loy. Ma in un certo senso lo integra di “umanità” poiché mentre sulla sfondo c’è la Storia, lo sguardo di Arnaldo Delehaye si sofferma sui mille particolari che fanno delle storie minute il tessuto vero della vita quale si snoda attimo per attimo e nella sua molteplicità di espressione rappresenta la storia vera di un popolo, quella di cui un popolo soffre e per cui è disposto a vivere, e per la vita stessa è disposto anche a morire. La proiezione ha letteralmente incantato i numerosissimi astanti anche per la presenza, nel film, di attori del calibro di Mariano Rigillo o Patrizio Rispo e per le testimonianze offerte dopo, di vita vissuta, di tenerezza, di momenti altamente drammatici o di gesti di altruismo, grazie anche al racconto di Domenico Formato, e ai numerosi interventi dal pubblico.

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