Clan Pagnozzi alleato con i Casalesi.

Con il declino, dovuto all’età ed alle condizioni di salute di Gennaro Pagnozzi, capo storico del clan, detto “o’ Giaguaro”, le redini dell’ organizzazione sono passate al figlio, Domenico Pagnozzi, 56 anni, ritenuto uno dei capi della organizzazione camorristica che operava nella zona sud est di Roma, sgominata nell’ operazione scattata all’alba che ha portato alla esecuzione di 61 arresti. Domenico Pagnozzi è in carcere dal 4 febbraio del 2013, in regime di 41 bis. E’ accusato, tra l’altro, di aver fatto parte del gruppo di fuoco che nel 2001 uccise a Torvaianica (Roma), Giuseppe Carlino. L’uomo venne assassinato per vendicare la morte del fratello del boss Michele Senese. Nell’auto utilizzata per compiere l’agguato venne ritrovato un fazzoletto di carta con tracce del Dna di Pagnozzi. L’ omicidio Carlino avrebbe sancito l’ alleanza, rafforzatasi negli anni, tra il clan della Valle Caudina e la criminalità organizzata romana. Domenico Pagnozzi era stato già condannato a sei anni di reclusione per associazione a delinquere e tentata estorsione nei confronti di un’impresa di Sant’Agata dei Goti (Benevento) avvenuta nel 1990. Era tornato in libertà nel giugno del 2005, beneficiando del cosiddetto “indultino”, e successivamente era stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Roma per otto anni. Misure di prevenzione spesso violate, come nell’agosto del 2009, quando venne fermato a Montesarchio, in provincia di Benevento: Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Avellino lo bloccarono nella chiesa dove si era recato per partecipare ad un matrimonio. Il clan Pagnozzi – come ha sostenuto l’ex Procuratore aggiunto della Dda di Napoli, Federico Cafiero de Raho, ha sempre mantenuto un profilo attivo sul territorio anche grazie all’alleanza con il clan dei Casalesi. Uno degli esponenti di rilievo del clan Schiavone, arrestato nel giugno del 2012 in un’operazione coordinata dalla Dda di Napoli operava a stretto contatto dei Pagnozzi soprattutto nel settore delle estorsioni. Dalle intercettazioni ambientali, emerse anche che Domenico Pagnozzi incontrava in una masseria di San Martino Valle Caudina (Avellino) esponenti di spicco dei Casalesi ma anche le vittime delle estorsioni, costrette a patteggiare direttamente con lui la tangente.

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