Covid: atti inchiesta, ‘dati piano segreto imponevano zona rossa in Lombardia’

Milano, 4 mar. (Adnkronos) – “La scelta di non adottare sin da subito il piano pandemico e di iniziare a redigerne uno nuovo ha, verosimilmente, comportato – una volta sopraggiunta l’emergenza senza che questo ultimo documento fosse ultimato – una impreparazione e disorganizzazione dell’intero sistema nazionale e regionale. E, comunque, il Cts ha poi deciso di secretare il piano, su concorde parere del ministro Speranza”. E’ quanto si legge negli atti dell’inchiesta sul Covid firmati dalla procura di Bergamo.

La proposta di redigere un nuovo piano risulta avanzata da Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss e il 12 febbraio 2020, il Cts dà formale mandato ad un gruppo di lavoro interno “di produrre, entro una settimana, una prima ipotesi di piano operativo” e il relativo verbale riporta tre scenari, basati sui dati cinesi. Dall’analisi degli atti e in particolare di una mail “tra il 24 ed il 25 febbraio 2020, l’ex presidente del Consiglio (Giuseppe Conte, ndr) avrebbe verosimilmente ricevuto il piano riservato”, documento che contiene gli scenari di Merler.

“Il peggior scenario ipotizzato dal piano era benevolo rispetto alla cruda e grave realtà, con l’ovvia conseguenza che sin da subito il Cts avrebbe dovuto proporre ed il governo adottare, provvedimenti restrittivi ben più incisivi, istituendo la zona rossa per l’intero territorio lombardo e sospendendo le attività produttive non essenziali”. Invece il piano Covid “sino a quel momento elaborato, viene completamente abbandonato” e dal 13 marzo 2020 l’Iss “si occuperà della redazione di un suo piano di risposta al Covid. Da questo momento in poi, quindi, non si parlerà più del piano riservato, né – si legge negli atti – verrà adottata alcuna deliberazione per l’approvazione del medesimo piano”.

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