La chiave di volta dell’ epilogo positivo delle indagini riguarda la posizione e le mansioni lavorative che lo stesso amministratore ricopriva all’interno dello stabilimento, durante una fascia oraria in cui l’allarme era disattivato. In quel lasso di tempo era stato praticato un foro sul muro di cinta per simulare asportazione del materiale. Il filo conduttore delle indagini è stata la convinzione, divenuta poi certezza di natura tecnica, poichè l’uso intenso e cessante verosimilmente di un martello pneumatico per praticare una grossa apertura mel cemento armato compressato, non avrebbe non potuto determinare l’attivazione di tutti i sensori antrintrusione e antrivolumetrici di cui la struttura era dotata , anche se quelli della parete interessata dal foro fossero stati volutamente dissattivati, cosa comunque non avvenuta .
Altri più concreti indizi di colpevolezza sono stati successivamente aquisiti e volgevano tutti in direzione esclusivamente del coamministratore.
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